È il grande momento della canzone popolare: un fuocherello che ha continuato a covare sotto la cenere per lustri, e che adesso divampa liberamente, scaldando alla sua fiamma anche i piu' giovani e disincantati seguaci del "surf".
L'hanno riscoperta gli intellettuali della canzone, com'è facile ricordare, e da quelle della "mala" a quelle che la buona gente ha continuato a cantare al lavoro o all'osteria, il passo è stato breve. Il teatro-cabaret è rinato sul filone della canzone popolare, la Televisione si è accorta che non c'è soltanto il Festival di San Remo, certi interpreti di canzoni popolari hanno raggiunto in breve la popolarità degli altri idoli a 45 giri, un miracolo si è compiuto.
Il merito di questo ritorno alle origini va ripartito fra i molti "archeologi della canzone" che con amore e infinita pazienza sono riusciti a risalire ai testi originali, alle melodie non artefatte da tutte le innumerevoli elaborazioni, parodie, interpretazioni regionali o particolari che in molti casi hanno distorto il significato originale e la freschezza di certe composizioni. E tra questi appassionati ricercatori delle parole e delle note del buon tempo che fu, Carlo Castellazzo e Secondo Gallizio, autori delle trascrizioni e interpreti delle dodici canzoni presentate qualche tempo fa nel disco "Canzoni di un tempo", meritano un posticino in vista, perchè da diversi anni credono nella canzone popolare e lavorano in suo favore.
Dopo quel disco, uno dei primissimi apparsi in Italia, quando la valorizzazzione della canzone popolare era ancora piu' un presagio che un fatto, il duo Castellazzo-gallizio ritorna oggi ad offrire al pubblico il frutto delle sue attente ricerche nello sterminato campo del folklore dell'Italia settentrionale, e del Piemonte in particolare. Sono motivi della vita vita militare, bozzetti paesani, occasioni di mettere in versi ingenui e in musica spontanea i piccoli e i grandi avvenimenti della vita, all'insegna di quelle proverbiali "scarpe grosse" che si accompagnano al "cervello fino", e che insieme danno vita a motivi schietti e piacevolissimi.
b. amb.
(dalla cover del disco)
side a)
- Abbiam le scarpe grosse
- Giovanotti che fate all'amore
- La rivista del corredo
- La canson d' la crica
- Ah! Ridamme sto fazzolettino
- O bela voreisi v' ni
side b)
- La mia mamma mi diceva
- Il congedo
- Bela munfrinota
- Yukaidi
- La tradotta
- El grimpor
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