La mia vera vita iniziò alla festa per promuovere Adrienne Posta nel marzo 1964. Adrienne era una cantante adolescente il cui singolo era stato prodotto da Andrew Loog Oldham, l'esplosivo manager dei Rolling Stones e probabilmente era una truffa sui soldi dei genitori di lei. Lui mi fissava dall'altra parte della stanza, confabulando col suo complice Tony Calder. Non me ne fregava un accidenti di Mick o dei Rolling Stones, ma il cortese ed esotico Andrew Loog Oldham era tutta altra cosa. Mi piacque subito. Andrew era tutto mordente, trasudava minaccia, choc e stile tagliente come una lama. Non avevo mai conosciuto prima uno come Andrew, davvero strano. Da lui emanavano tutti i tipi di progetti folli, dalla moda ai film alla pop art, con divagazioni fulminee e confuse. Andrew diceva cose che si sentivano solo nei film, come: "Posso fare di te una stella e questo è solo l'inizio, tesoro". Oppure: "Non hai bisogno di fare un'audizione, vedo il carisma nei tuoi occhi, cara".
[...]
Andrew mi aveva fatto sentire un demo con Mick che cantava e Big Jim Sullivan alla chitarra. Era la prima canzone che avevano scritto Mick e Keith. Andrew li aveva chiusi in cucina e gli aveva detto: "Scrivete una canzone, io torno fra un paio d'ore". Andrew gli aveva dato il tema e latmosfera di cosa voleva che scrivessero ("Voglio una canzone circondata da muri di mattoni, con le finestre alte e senza sesso") e loro vennero fuori con una canzone che si chiamava As Time Goes By. Andrew ne sapeva di costruzione delle canzoni, e anche se era ancora agli inizi, pensava di poterla sistemare. C'era un altro problema: il titolo. Era lo stesso titolo di una canzone famosa, quella che canta Dooley Wilson in Casablanca. Così Andrew la ribattezzò As Tears go by.
L'unico consiglio che mi diede il maestro Andrew fu di cantare vicina al microfono. Fu un consiglio preziosissimo. Quando canti così vicino al microfono cambia la dimensione spaziale, ti proietti dentro la canzone.
("Stoned" di Andrew Loog Oldham - arcana, 2001)
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