Dalla canzone "El purtava i scarp de tennis" è nata la popolarità di Enzo Jannacci, le cui canzoni, tutte ambientate nella vecchia Milano, non sono comuni ballabili, ma storie e parodie il cui successo è dovuto alla stravagante mimica del cantante: infatti, benché i suoi dischi siano abbastanza venduti, Jannacci non è solo un cantante da sentire, ma soprattutto da vedere. Molte sono le scritture che gli sono state proposte, ma egli ne ha accettate finora solo poche perchè, studente in medicina, proprio quest'anno dovrà dare la tesi di laura e poi sposarsi con una graziosa e amabile modella. [...]
("Grand Hotel" - 4 luglio 1964)
... m'invitarono al Teatrino Gerolamo, dove davano un programma di canzoni milanesi vecchie e nuove. Nel palchetto mi misero in prima fila, e così vidi bene la faccia spigolosa di questo ragazzo, isolata dalla chitarra che sembra un collarone da Pierrot.
Cantava appunto una strana serenata, recitando la prima strofa in lingua, ed era la storia dell'innamorato povero e pedone, che cammina avanti e indrè sotto la finestra della sua bella, in tutt'altre faccende affaccendata, e alla pena del cuore si somma quella dei piedi, che gli fanno male. [...]
Anche il barbone innamorato di Jannacci "portava i scarp del tennis", e l'altro, il poveraccio di tanti anni fa capitato nella balera s'accorge con suo terrore, entrando, che con quegli scarponi non sarà possibile ballare il fox trot, e già presente quel che gli cascherà addosso, per via del bacino domandato a una bella sconosciuta.
Poi con Jannacci siamo diventati amici, e me ne onoro, perchè son convinto che i poeti portano fortuna, e Jannacci ha dentro una vena di poesia schietta, sostenuta dal suo amore per la povera gente. Quando canta la storia del suo amico che era andato a fare il bagno, non dice "amico" a caso: la conduzione di questo, e di tutti i suoi personaggi, Jannacci la racconta non già dall'altro (in tal caso il suo sarebbe populismo generoso, e basta) ma vivendoci gomito a gomito, come se fosse uno di loro. E lo è: m'ha raccontato come fu la sua infanzia, proprio delle parti dell'aeroporto Forlanini, dove lavora suo padre, un meridionale.
Mi restava un solo dubbio: che la poesia di Enzo fosse irrimediabilmente legata al suo modo di interpretarla, alla sua maschera attonita e dura, alla sua chitarra aspra. Il dubbio se ne va via adesso, che esce questo bel disco dove sono raccolte dodici fra le canzoni più belle. [...]
Luciano Bianciardi
(dalla cover del disco)
side a)
- El portava i scarp del tennis (jannacci)
- Quella cosa in Lombardia (fortini-carpi)
- Andava a Rogoredo (jannacci)
- M'hann ciamaa (jannacci)
- Ti te sèno (jannacci)
- Prendeva il treno (jannacci)
side b)
- T'ho compraa i calzett de seda (fo-jannacci)
- E l'era tardi (jannacci)
- La luna è una lampadina (fo-carpi)
- Senza de ti (jannacci)
- Per un basin (jannacci)
- Ma mi (strehler-carpi)
cover (jolly - LPJ 5037)
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Bellissimo disco... stavo per comprarlo domenica. Mi sa che m'hai convinto...!
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