Con "Stefano Pelloni detto il Passatore" di Massimo Dursi, il Teatro Stabile di Bologna ha affrontato nella stagione teatrale 1963-64 un problema storico organico alle tradizioni e ai sentimenti del pubblico dell'Emilia Romagna, e al tempo stesso ha voluto riaffermare la necessità, per un organismo teatrale stabile, di stimolare e proporre con rigore e con il massimo impegno opere della nostra letteratura drammatica contemporanea.
Dursi, interpretando la vicenda del popolarissimo fuorilegge romagnolo, si è proposto di sondare criticamente le condizioni del mondo popolare all'insorgere della spinta risorgimentale e di valutarne, insieme alle manifestazioni degenerative di anarchismo, la sofferta carica di implicazioni umane.
E con lui il regista dello spettacolo Virginio Puecher ha voluto sottolineare la novità anche stilistica, al di fuori del melodramma e del naturalismo, di "una terza via capace di convogliare sul palcoscenico episodi e personaggi della storia italiana di questi ultimi cento anni".
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Maurizio Scaparro
direttore artistico del Teatro Stabile di Bologna
(dalla cover del disco)
side a)
- La morte di Anita Garibaldi (dursi-liberovici)
side b)
- Sto il giorno sulla porta (dursi-liberovici)
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