Il 7 agosto, nel tardo pomeriggio, (Antonio Segni) fu colpito da una trombosi cerebrale. Era nel suo ufficio al Quirinale, e si apprestava a congedare Moro e Saragat, rispettivamente Presidente del Consiglio e Ministro degli Esteri, che avevano discusso con lui alcune importanti nomine diplomatiche. La conversazione, a quanto risulta, non era stata serena. [...] Le dicerie di corridoio, mai confermate dai protagonisti dei fatti, riferirono di una discussione animata fino ai limiti dell'alterco tra il Capo dello Stato e il Ministro degli Esteri. La collera di Segni poté contribuire all'incidente circolatorio che comunque covava, secondo le testimonianze, da qualche tempo. A più d'un visitatore il Presidente della Repubblica era sembrato confuso, impressionabile, a volte farneticante. "La verità" disse un giorno Saragat a Gorresio "è che per alcuni mesi noi abbiamo avuto un Capo dello Stato non nel pieno possesso delle sue facoltà." Fatto sta che, mentre parlava con Saragat e Moro, Segni a un certo punto aveva avuto difficoltà ad esprimersi "come se avesse una caramella in bocca". S'accasciò sul suo scrittoio, mentre i suoi due interlocutori si precipitavano a sorreggerlo, e alcuni valletti, allarmati da grida invocanti soccorso, spalancavano la porta e accorrevano. Gli stessi valletti, interrogati più tardi da Gorresio, dichiararono d'aver udito, dall'anticamera, "parole e accenti concitati" che non riguardavano soltanto il movimento diplomatico. "Anche minacce di Alta Corte di Giustizia, ma non si capiva fatte da chi contro chi." Il che diede parvenza di credibilità alle mormorazioni secondo le quali Saragat, infuriato, aveva rinfacciato a Segni talune iniziative del luglio caldo. [...]
Indro Montanelli e Mario Cervi
("Storia d'Italia: L'Italia dei due Giovanni",
Rizzoli, 1989)
Famiglia Cristiana - 30 agosto 1964
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