il 9 agosto1964 Palmiro Togliatti partì per l'URSS insieme a
Nilde Iotti e alla figlia adottiva Marisa Malagodi.
Intraprendeva quel viaggio controvoglia. Avrebbe di gran lunga preferito trascorrere
una vacanza sulle Alpi. Accusava
fastidiosi acciacchi che gli avevano ispirato propositi di ritiro. [...]
Il leader del PCI era andato assumendo negli ultimi tempi,
pur con cautele e con reiterate professioni d'ammirazione verso il modello
sovietico, posizioni più autonome.
Parlava di "unità nella diversità" e delle "vie nazionali
al socialismo". Kruscev non gli
andava a genio, per le sue iniziative dirompenti, per i suoi atteggiamenti
volgari, per il fondo di brutalità e sincerità contadina che distingueva il suo
stile politico, e che era in fragrante contrasto con lo stile togliattiano:
sottile, flessibile, prudente. Le
concessioni di Togliatti alla minaccia e all'insulto erano rare, volute, e
gelidamente calcolate. Quelle di
Kruscev erano istintive. Il Russo aveva
portato a un grado d'incandescenza il conflitto con la Cina di Mao; che al di
sotto e al di là delle ostentate legittimazioni ideologiche era un conflitto
per la supremazia nell'universo comunista.[...]
Il viaggio aereo fu lungo e disagiato, e durò tre giorni,
con soste a Francoforte, Copenaghen e Stoccolma. All'aeroporto di Mosca si fecero incontro a
Togliatti Breznev e Ponomariov. Kruscev
non si fece vedere, e Togliatti ne fu molto amareggiato. [...]
Le prime conversazioni con i Sovietici non erano state
idilliache. Con Breznev e Ponomariov il
freddo Togliatti era arrivato sull'orlo del litigio, a un certo punto
sbottando: "Voi non capite niente, fatemi parlare con Kruscev, con voi non
si può ragionare".
Poiché l'interlocutore che gli premeva era latitante,
Togliatti cominciò a stendere di getto, già a Mosca, il documento che doveva
fissare nero su bianco le sue idee, e lo completò a Yalta.[...]
(il 13 agosto) una emorragia celebrale aveva folgorato
Togliatti che agonizzò per otto giorni.
Il 20 agosto fu tentato, in extremis, un intervento chirurgico che si
rivelò inutile.
Alle 13,30 del 21 Togliatti spirò. Si precipitarono a Yalta i capi comunisti
che avevano disertato il suo arrivo, Kruscev, Podgorni, Kossighin. [...]
Per rispetto verso l'URSS - memoriale o no - i comunisti
evitarono di chiedersi, in pubblico, se il loro leader fosse stato curato
adeguatamente a Yalta. Privatamente
Spallone, che di Togliatti era il medico e uno tra gli amici più stretti, fu
molto duro. Togliatti era stato ucciso
disse, "non solo dalla trombosi cerebrale, ma da cure sbagliate e dalla
mancanza di apparecchiature mediche adeguate.
Fanno voli verso la luna e mancano delle cose elementari". [...]
Indro Montanelli e Mario Cervi
("Storia d'Italia: L'Italia dei due Giovanni",
Rizzoli, 1989)
L'ITALIA con TOGLIATTI
Regia: Gianni Amico, Giorgio Arlorio, Libero Bizzarri, Carlo
Lizzani, Francesco Maselli, Lino Miccicchè, Glauco Pellegrini, Elio Petri,
Sergio Tau, Paolo Taviani, Vittorio Taviani, Marco Zavattini, Valerio Zurlini
commento: Maurizio Ferrara
Voce narrante: Enrico Maria Salerno
Un chilometro di corone apriva il corteo
Roma25 agosto
Un carro funebre, coperto di garofani rossi, ha portato oggi la salma di Palmiro Togliatti da piazza Venezia alla basilica di San Giovanni. Una folla composta [...] l'ha accompagnata per le vie di Roma, o l'ha attesa ai piedi del Campidoglio, lungo i Fori Imperiali per le strade dei grigi quartieri umbertini che conducono in Laterano. C'era chi alzava il pugno chiuso, chi faceva il segno della croce, chi gridava "Viva Togliatti".
Non è stato soltanto un funerale: poco fa ha percorso la capitale un grande corteo popolare che portava sì alla sepoltura un leader famoso, ma che nello stesso tempo si trascinava dietro parecchi anni di storia italiana. Dalle cellule più remote della Calabria o dell'Emilia i comunisti hanno tolto in questi giorni dalle pareti i ritratti del segretario generale del PCI: immagini ingiallite, spesso disegnate con ingenuità, che mostrano il viso di un capo idealizzato, e le hanno portate sin qui, con le bandiere rosse abbrunate.
Così oggi, seguendo il corteo, s'incontrava il Togliatti di venti anni fa, col volto ancora giovane del leader clandestino che sbarcò a Napoli per la liberazione, nel 1944, dopo l'esilio; il Togliatti del '48, gli anni caldi, quando Pallante gli scaricò la pistola addosso, e tutti in Italia temettero o aspettarono la rivoluzione; il Togliatti dopo il XX congresso, quando s'iniziò finalmente la critica allo stalinismo; il Togliatti stanco del '64, che nel luglio pronunciò a piazza San Giovanni un discorso sulla crisi di governo e chiese l'ingresso dei comunisti nella maggioranza. Sono date che coinvolsero anche tutti noi, quali che fossero le nostre idee. Chi cammina oggi dietro il suo feretro non poteva non ricordare quei fatti: soprattutto davanti alla basilica di San Giovanni, quando la bara è stata posata, spoglia, su un catafalco, davanti alla stessa folla che egli arringò tante volte - negli ultimi quattordici anni - da quello stesso posto.
[...] Erano le 16 e, lungo tutto il percorso, migliaia di uomini e donne attendevano il passaggio della bara: erano arrivati nella notte, con pullman e treni speciali, e molti avevano trascorso la mattina mangiando panini o riposando sui prati, lungo i Fori Imperiali, all'ombra delle basiliche: Dopo mezzogiorno, tutte le porte delle chiese che sarebbero state sfiorate dal corteo erano state chiuse.
Molta gente osservava con curiosità i poliziotti in borghese (più di duemila per il servizio d'ordine) che visitavano le fogne, salivano sui tetti, si appostavano con discrezione nei portoni. La punta del corteo si è mossa lentamente, con più di un chilometro di corone di fiori in testa: i gladioli del presidente del Consiglio Aldo Moro, i garofani rossi del comitato centrale del PCUS, le cento rose dello scultore Manzù, e millecinquecento corone portate da ragazzi in maniche di camicia con fazzoletti rosso al collo. [...]
È trascorsa un'ora prima che il feretro arrivasse al centro dei Fori Imperiali; un ragazzo appeso a un albero è caduto a terra svenuto, un vecchio emiliano ha chiesto un po' d'acqua ma non ha fatto a tempo a portare il bicchiere alla bocca perché è crollato per un colpo di sole. Anche l'onorevole Luciano Barca non ha retto alla fatica e al caldo e ha perso i sensi. [...]
Sui tetti, agli angoli delle strade erano state piazzate numerose macchine da presa; anche un elicottero sorvolava a bassa quota il corteo, per permettere a un operatore di riprendere la folla nei particolari. E ad ogni macchina c'era un regista noto: [...] Essi monteranno al più presto un documentario, realizzato dal Partito comunista, sui funerali di Palmiro Togliatti. [...]
Bernardo Valli
("Il Giorno" - 26 agosto 1964)
" L'UNITA' " - 26 agosto 1964
Un mio amico ristoratore mi raccontò come nel 1964, quando lui era aiuto cuoco nella trattoria di un suo parente, il giorno dei funerali di Togliatti vennero a Roma migliaia di militanti comunisti per dare l'estremo saluto al "migliore" La trattoria si riempì di gente per il pranzo, e fuori c'era altra gente in fila che aspettava di poter entrare. Ad un certo punto arrivò un personaggio che chiese di parlare con il padrone. Gli disse poche parole e se ne andò. Il padrone chiamò tutto il personale in cucina e disse: "Se i clienti chiedono il conto, lasciate stare. Oggi il PCI paga il pranzo a tutti".
RispondiEliminaDue mesi dopo il funerale di Togliatti la trattoria venne ristrutturata da cima a fondo....