martedì 28 febbraio 2012

DUETTO LOGUDORESE - PICCOLA MALATA



lato a)
  • Piccola malata (canto in re) pt. I (chelo-fara)

lato b)
  • Piccola malata (canto in re) pt. II (chelo-fara)



cover (RCA ITALIANA - PM 3246)
look at commenti

RCA ITALIANA - PM 3246
look at commenti

pubblicità - FIAT

Tra la "600" e la "1100" nascerà la Fiat "850"



Ormai da tempo i giornali riportano indiscrezioni od illazioni, al solito quasi sempre lontane dalla realtà, su un nuovo modello Fiat di cilindrata intorno al litro e destinato, dicevano, a sostituire la vettura di punta della Casa torinese, e cioè la "600".   L'esistenza di questo prototipo venne ripetutamente segnalata anche da "Quattroruote", che anzi fu la prima a pubblicarne le fotografie sin dal settembre del 1961.   In questi ultimi mesi le indiscrezioni si sono infittite ad opera soprattutto della stampa non specializzata.   "Quattroruote", che ha sempre seguito con il massimo interesse l'evoluzione di questo importante prototipo Fiat (sarà la più importante novità automobilistica nazionale del 1964), è ora in grado di tracciarne l'evoluzione ed indicarne la fisionomia definitiva con una approssimazione che riteniamo vicina alla realtà.


lunedì 13 febbraio 2012

pubblicità - PERUGINA (Baci)

KENNY BALL - LUI LE SUONA COSI'



Dal 1958, anno della formazione del complesso, ad oggi, per Kenny Ball e i suoi Jazzmen è stato un continuo ripetersi di successi.   Le ragioni di tali clamorose affermazioni sono soprattutto da ricercare nella forte personalità del leader, nella bravura dei solisti fra cui emergono in modo particolare il trombonista Johnny Bennett, detto il Teagarden inglese, il clarinettista Dave Jones e il pianista Colin Bates, e nel non comune affiatamento che il complesso mostra nelle sue perfette performances.
La fama di Kenny Ball ha presto varcato la Manica e si è estesa in tutto il mondo per merito principalmente dei suoi numerosissimi dischi, ma anche per le sue frequenti apparizioni alla TV e nei più famosi nights e Music-Hall.
Questo microsolco costituirà un'autentica sorpresa per i "fans" della celebre tromba inglese.   In esso, infatti il complesso, abbandonati i temi tradizionali del repertorio jazzistico, si produce in un programma assolutamente popolare dando prova di uno straordionario eclettismo.
[...] è tutto un succedersi di spumeggianti esecuzioni in cui risaltano di volta in volta la bravura e l'inventiva dei solisti.   Un disco, dunque, che incontrerà il favore degli amatori di Jazz che s'imbatteranno in un Kenny Ball in gran forma e, nello stesso tempo, degli appassioanti di musica leggera che riscopriranno alcuni dei loro più graditi motivi presentati con arrangiamernti insolitamente eleganti e divertenti.

g. p. - p. s.
(dalla cover del disco)




Lato a)
  1. Walk right in (darling-svanoe)
  2. Wooden heart (wise-weisman-twomay-kaempfert)
  3. Acapulco 1922 (allan)
  4. Mai di domenica (hadjidakis)
  5. Zambesi (carsten-de waal-rogers)
  6. Washington square (goldstein)


Lato b)
  1. Serate a Mosca (midnight in moscow) (arr. ball)
  2. Caterina (shuman-bower)
  3. Sukiyaki (rohusuke-hachidai)
  4. Occhi neri (dark eyes) (trad)
  5. 55 giorni a Pechino (tiomkin)
  6. Rondò (from theme "marcia turca" di mozart) (arr. ball)




cover (PYE - PLP 25005)
look at commenti

PYE - PLP 25005
look at commenti

pubblicità - TRIUMPH (Herald 1200)

domenica 12 febbraio 2012

Fondata a Milano la lega anti-smog




Domenica 2 febbraio si è svolto a Milano un convegno interprovinciale avente lo scopo di indicare gli strumenti più efficaci per condurre una lotta a fondo contro l'inquinamento dell'atmosfera in alcune grandi città, fenomeno simbolizzato da una parola sempre più ricorrente e nefasta: smog.   Sono intervenuti i rappresentanti delle amministrazioni e i medici comunali di Milano, Torino, Genova, Venezia, Bologna e Savona, nonchè tecnici ed esperti del settore.
Una delle risultanze del convegno ha fatto risalire la maggiore responsabilità dell'inquinamento ai camini degli impianti di riscaldamento domestico: sono essi i primi produttori di anidride solforosa, per il fatto che si suole alimentarli con combustibili ad alto tenore di zolfo ed alta viscosità, che bruciando, liberano nell'atmosfera pulviscolo carbonioso e anidride solforosa, tanto dannosi agli occhi e ai polmoni.
Per quel che riguarda gli scarichi delle autovetture, si tratta di una responsabilità secondaria, ma destinata ad aumentare di pari passo con i progressi della motorizzazione.   Nessuno degli esperti ha messo i motori a scoppio e quelli a ciclo Diesel - che muovono la quasi totalità dei veicoli oggi in circolazione - sullo stesso piano degli impianti di riscaldamento.   Il motore a scoppio, si sa, produce ossido di carbonio, gas altamente velenoso.   Ciascuno ne espelle una percentuale che di per sé non sarebbe nociva; ma se si moltiplica questa quantità per il numero delle vetture, ecco che il pericolo si profila in tutta la sua gravità.   Senza contare che in presenza di un motore in non perfette condizioni, il fenomeno tende ad accentuarsi, soprattutto nel caso dei Diesel.
Altra causa di inquinamento gli additivi, che vengono miscelati alla benzina per accrescere il potere antidetonante.   In genere sono composti del piombo.   Dopo la combustione, anch'essi liberano dei gas molto nocivi.   Da soli non rappresenterebbero una minaccia se non fossero destinati a mescolarsi ai prodotti tossici del riscaldamento e delle industrie dislocate a maggiore o minore distanza dal perimetro urbano, quando non sorgono addirittura in città.
Terza caratteristica negativa delle autovetture in rapporto allo smog e alle sue origini: lo scarico è posto di solito a brevissima distanza dal suolo.   Pertanto le sostanze tossiche della combustione (siano i composti del piombo, sia l'ossido di carbonio) vengono immessi nell'atmosfera a un'altezza che di rado supera i 30 centimetri: restano a bassissima quota, estranei a turbamenti atmosferici che potrebbero disperderli, e quando salgono un pò, arrivano giusto ad essere respirati dai passanti.
Il convegno si è concluso con la nomina di quindici esperti che faranno parte della Commissione ministeriale anti-smog, i quali auspicano che vengano adottati combustibili meno pericolosi per il riscaldamento domestico e controlli più rigorosi dei motori a scoppio e Diesel.   In particolare, l'assessore all'Igiene del Comune di Milano, dott. Beltramini, ha affermato che ben diciottomila veicoli milanesi sono stati censiti quali produttori di gas di scarico eccessivamente tossici.

(auto italiana - 13 febbraio 1964)

Sarà così la Fiat 850 (febbraio 1964)


L'unica foto ufficiale diramata dalla Fiat (solo il profilo), il prototipo definitivo della vettura sorpreso in prova sulla Torino-Ivrea, le informazioni sicure in nostro possesso su dettagli estetici e meccanici: ecco gli elementi che hanno permesso al nostro Bruno Nestola di realizzare un disegno completo della Fiat "850".

ALEXIS KORNER'S BLUES INCORPORATED - AT THE CAVERN




Lato a)
  1. Overdrive (korner)
  2. Whoa babe (korner)
  3. Everyday I have the blues (chatman)
  4. Hoochie coochie man (dixon)


Lato b)
  1. Herbie's tune (korner)
  2. Little bitty gal blues (turner)
  3. Well all right, o.k., you win (wyche)
  4. Kansas city (lieber-stoller)




cover (ORIOLE - PS 40058) uk
look at commenti

ORIOLE -PS 40058
look at commenti

pubblicità - BOEING

pubblicità - BOEING

Jazz in Europa (2 marzo - secondo programma, ore 22,30)








Alexis Korner and his Blues Incorporated Orchestra

testi: S.G. Biamonte, R. d'Intino
presenta: Nicoletta Orsomando
regia: Walter Mastrangelo











Questa settimana in Jazz in Europa sarà di scena un gruppetto di musicisti inglesi guidati dal chitarrista Alexis Korner, noto agli appassionati anche come scrittore e studioso autorevole del folklore negro-americano.   A qualcuno potrà sembrare strano che "il fuoco" del jazz sia penetrato negli animi tradizionalmente compassati degli inglesi, ma è un fatto che questa musica è popolarissima in Inghilterra, come forse in nessun altro paese d'Europa.   C'è per esempio un certo tipo di jazz, chiamato "trad" (cioè un jazz tradizionale un pò meno serio e più spettacolare) che fa concorrenza alle canzoni.   I musicisti che lo suonano (Chris Barber, Kenny Ball, Acker Bilk, ecc) sono diventati famosi con le loro giacche a righe, i gilè a quadrettoni e le bombette.   Altro sottoprodotto del jazz molto popolare in Inghilterra è lo "skiffle", una musica fragorosa e pasticciona, suonata con vecchie pentole, imbuti, assi da bucato, bidoni per la spazzatura e altri strumenti "fatti in casa".
Ma c'è anche, si capisce, il jazz genuino, quello con tutte le carte in regola: il jazz dei Ted Heath, dei Johnny Dankworth, degli Humphrey Lyttleton, dei George Shearing, ecc.    E ci sono solisti come Tubby Hayes e Victor Feldman, che hanno una quotazione internazionale pari a quella di molte vedettes statunitensi.
Alexis Korner fa parte, appunto, della schiera dei musicisti inglesi più preparati.   Autore di scritti molto interessanti, è stato amico e allievo del celebre cantante di blues Big Bill Broonzy, ed è un chitarrista e mandolinista di valore.   Nella trasmissione di questa settimana, suonerà con i sassofonisti Hekstal Smith e Arthur Themen, il pianista John Parker, il contrabbassista Michael Scott e il batterista Phil Zeamen.   Sarà della partita anche il cantante americano Ronnie Jones.  
Il repertorio, che comprende temi inglesi e americani, verrà proposto dal complesso di Alexis Korner in uno stile ispirato più o meno liberamente a quello dei gruppi guidati dal Ray Charles prima maniera.

s.g. biamonte
(radiocorriere Tv - 1-7 marzo 1964)
______________________________________________


[...] sono uno studente universitario, appassionato di jazz da circa sei anni e ho fatto parte di quella schiera di fortunati mortali che il giorno tre marzo, hanno potuto godersi alla televisione l'esibizione del complesso di Alexis Korner, presentato come uno dei più seri jazzisti britannici.   Sorvolo sulle solite domande, solitamente stupide, che vennero rivolte al multi forme Alexis e che culminarono con la perla: "In Inghilterra piace il blues?".
È piuttosto sui musicisti che vorrei soffermarmi, Korner entrò vestito da buffone, credendo forse che gli spettatori non avrebbero capito ciò che era: i suoi compagni non erano da meno: il sassofonista, poverino, sembrava tanto un bambino caduto dal seggiolone col cucchiaino in bocca; il contrabbassista solitamente non si sentiva, in compenso però suonava anche male.   Il batterista era un caso a se stante: aveva litigato col suo tamburo ed era giusto perciò che si sfogasse a martellate.   Il cantante, di cui non ricordo il nome (imperdonabile dimenticanza!) ricordava molto Conway Twitty, con la differenza che aveva meno voce.   Lì per lì, sentendo questo complesso, mi venne il dubbio che ciò che stavo ascoltando fosse un jazz all'acqua di rose (amorevole eufemismo), dubbio però che venne fugato con l'esecuzione dell'ultimo pezzo: un chiaro originale, autentico rock and roll.   Lo sfarfallante Korner, stando a quanto disse la presentatrice, è stato allievo, niente meno, di Big Bill Broonzy: se le cose stanno così, bisognerà diminuire il valore del contributo che Big Bill diede al jazz.
Ora, mi chiedo come sia possibile mettere in onda una trasmissione simile.   Non si poteva trovare niente di meglio? [...] Non stupiamoci poi se il jazz conta pochi appassionati (parlo di quelli veri, non di quelli che affermano il loro valore per questa musica, perchè dire così fa molto "chic", anche se poi mi rispondono che Duke Ellington, ora non ricordano bene, forse suona la tromba, come purtroppo, mi sono sentito dire). [...]
Franco C. (torino)
 
 °°°°°°°°°°°°°°°°°°
La televisione, lo dico per scienza diretta, ha una terribile paura del jazz: ne è affascinata, lo teme, lo sopporta, vorrebbe propinarlo in dosi e forme edulcorate, mescolandolo anche a esibizioni di artisti quasi-pseudo-circa jazzistici e finisce talora, quando non si limita a semplici "filmati" di complessi, per presentarlo con imbarazzo, quasi scusandosi, a mezzo delle sue graziose annunciatrici, del disturbo che recherà ai non coimpetenti di jazz [..]

Testoni (direttore)
("Musica Jazz" - Lettere al direttore, luglio 1964)



venerdì 10 febbraio 2012

AA.VV. - 20 SUCCESSI DEL SECOLO serie 14



Lato a)
  1. Duo Colorado_La canzone del boscaiolo (barzizza-morbelli)
  2. Piero Sipos_Amapola (lacalle-bruno)
  3. Tony Arden_Portami tante rose (bixio-galdieri)
  4. Vittorio Vitti_Yvonne (rulli-cherubini)
  5. Giusy_Chitarra romana (di lazzaro-bruno)
  6. Vittorio Vitti_Parlami d'amore Mariù (bixio-neri)
  7. Lia_Conosco una fontana (schisa-bertini-panzeri)
  8. Umberto Farrel_Come una coppa di champagne (borella-rampoldi)
  9. Franco Ratti_Scettico blues (rulli-de filippis)
  10. Franco Ratti_Rumba delle nocciolini (moises-simons)


Lato b)
  1. Tony Arden_La canzone dell'amore (bixio)
  2. Vittorio Vitti_Ma l'amore no (d'anzi-galdieri)
  3. Giusy_Violino tzigano (bixio-cherubini)
  4. Vittorio Vitti_Ramona (wayne-rulli)
  5. Giusy_Tango della gelosia (mascheroni-mendes)
  6. Vittorio Vitti_Come pioveva (gill)
  7. Lia_Signora illusione (fragna-cherubini)
  8. Umberto Farrel_Fili d'oro (buongiovanni-capurro)
  9. Nino Ragno_Addio signora (simi-neri)
  10. Piero Sipos_Addio tabarin (rulli-borella)



cover (tiger - A.S. 14)
look at commenti

tiger - A.S. 14
look at commenti

pubblicità - ENTE FIUGGI

Il gergo dei giovani (dalla rubrica radiofonica)

CASA NOSTRA : circolo dei genitori - Progr. Nazionale, domenica 9 febbraio, ore 11,25





Sul gergo dei giovani d'oggi sono stati scritti numerosi articoli. Sovente la gioventù si esprime con frasi incomprensibili per gli adulti, frasi in apparenza astruse, ma che, quando sono esaminate bene nei termini che le compongono, risultano la felice sintesi di un elaborato pensiero. Gli adulti spesso sono irritati da questo Gergo dei giovani, perché ritengono che i ragazzi, usando questo linguaggio scarno, disimparino la lingua e limitino le loro capacità di espressione. Si irritano soprattutto perché i loro genitori, gli adulti, si sentono esclusi da questa specie di setta iniziatica giovanile che parla una lingua “a chiave” che pone quindi i figli al riparo dalle osservazioni dei genitori stessi.
Non è una novità che i giovani abbiano un loro gergo. D’altra parte, è interessante esaminarlo, questo modo comune di esprimersi di gruppi di ragazzi e ragazze, perché presenta degli aspetti idonei ad illuminare la psicologia giovanile più di altri fenomeni che oggi pure vengono studiati.
Sull’argomento “il gergo dei giovani” abbiamo ascoltato giovani dai 15 ai 18 anni, studenti, impiegati e operai.
Il moderatore dell’incontro, prof. Dino Origlia, docente di Psicologia dell’età evolutiva e Pedagogia all’Università statale di Milano.

Prof. Origlia:
“Approvate che i giovani abbiano un loro gergo o ritenete che a volte esso presenti aspetti sgradevoli?”
Studentessa sedicenne:
“Io trovo che il gergo dei giovani non ha aspetti propriamente sgradevoli; però io non lo approvo, perché il più delle volte si limita ad esprimere frasi piuttosto piccanti che, in bocca a una ragazza, secondo me, non stanno bene.”
Studentessa liceo linguistico:
“Anche io ho sedici anni, ma la penso in modo diverso. Il gergo dei giovani è qualcosa davvero di individuale, di personale, e anche una ragazza può usarlo senza abbandonarsi necessariamente a frasi piccanti. Noi in classe siamo tutte ragazze e usiamo il gergo per non far capire agli altri quello di cui stiamo parlando.”
Studentessa diciassettenne:
“Capita che molti ragazzi usino il gergo non per snobismo come tutti credono, ma per una forma di timidezza. Una frase in apparenza cinica serve a nascondere la propria timidezza non solo agli occhi degli adulti, ma anche agli occhi degli altri giovani.”

Prof. Origlia:
“Potete darmi qualche esempio di gergo”.
Prima studentessa:
“Di una ragazza molto carina si dice che “è uno schianto”. Se una cosa va male, si dice che è “una frana”. “Frana” può essere il compito in classe andato male quanto un ragazzo carino che si vede la mattina sul tram. “Frana”, insomma, è tutto ciò che provoca uno sconvolgimento”.

Prof. Origlia:
“Frequentissimo infatti è l’uso di frasi iperboliche, tipo “Mi piace da morire”, “da matti”, “da infarto”, “al 150%”. Questo linguaggio che agli adulti sembra senza pudore, in fondo è un modo di nascondere i sentimenti con un gergo. Ci è stato detto poco fa, infatti, che il gergo nasconde un fondo di timidezza, di pudore dei sentimenti”.
Prof.ssa Angiola Colasanti:
Io ho fatto una piccola inchiesta fra le mie scolare, tutte dai 15 ai 18 anni, e mi risulta che il gergo è usato soprattutto verso i 15-16 anni.    A 18 anni lo si abbandona e viene giudicato un modo piuttosto infantile di esprimersi. Dall'inchiesta è risultato, per esempio, che in una classe di 30 ragazze soltanto 8 o 10 usano abitualmente un gergo; le altre lo usano di tanto in tanto. Ho notato con interesse che le mie scolare creano associazioni strane: formano frasi di gergo applicando alla vita reale nomi propri o aggettivi o nozioni imparate a scuola. In fondo, hanno bisogno di variare l'atmosfera un po' monotona della scuola proprio nell'ambito della scuola stessa, divertendosi in maniera scherzosa, modificando i significati di certe parole, facendo associazioni di vocaboli estrose e interessanti. Per esempio, per dire che uno è analfabeta, dicono “è un Carlo Magno”, perché hanno saputo che Carlo Magno non sapeva scrivere. Oppure, con immagine davvero felice, chiamano “Caronte” l'autobus dei pendolari, di quelli che ogni giorno vengono a lavorare in città. A volte, prendono in giro noi insegnanti, il nostro modo di esprimerci, gli atteggiamenti che assumiamo in classe; ma questo, in fondo, è un modo, sia pure ingenuo, di esprimere interesse per quello che noi diciamo. A me, come insegnante, non dispiace. Naturalmente, presenta degli aspetti negativi: l'uso del gergo può impoverire il linguaggio perché i giovani ricorrono sempre a moduli fissi, a frasi stereotipate; molti insegnanti di lettere sostengono che da qualche anno a questa parte i ragazzi nei componimenti in classe si esprimono con minore ricchezza di vocaboli e infiorano i temi di frasi fisse che, naturalmente impoveriscono il linguaggio. Questo è un lato della medaglia; però c'è anche il rovescio. Di positivo c'è il gusto dell'associazione a volte divertente, estrosa, quasi il gusto dell'irreale, la tendenza a trovare una situazione concreta servendosi di parole. Certo, se i ragazzi usano tutto il giorno il gergo, non sanno esprimersi altro che con il loro gergo, non sanno esprimere degli autentici sentimenti o dei concetti, c'è di che preoccuparsi; ma finché l'uso del gergo resta nei limiti di uno dei tanti aspetti della loro vita, è soltanto un “loro” modo di esprimersi, la cosa non deve preoccupare, anzi è interessante e positiva.”


Prof. Origlia:
“Cosa pensate di quei genitori che, per adeguarsi ai figli cercano di usare qualche voltra il loro gergo?”
Uno studente:
“Io penso che i genitori imitano i giovani per il desiderio di rimanere più vicini a loro. Ma è un avvicinamento solo esteriore.”
Una studentessa sedicenne:
“Sono ridicoli, ma anche un po' patetici. Soprattutto le persone che non vogliono arrendersi all'età cercano di mettersi sul piano dei figli."
Un ragazzo quindicenne:
“ A me pare che se i genitori delle volte usano il gergo dei giovani, fanno bene. Non fanno altro che adattarsi al nostro modo di parlare e forse così si sentono più giovani.”
Studentessa diciassettenne:
“In casa mia non è mai capitato, ma se dovesse succedere non riderei, anzi proverei un senso di tenerezza, penserei che un giorno dovrò diventar vecchia anch'io e forse mi comporterei nello stesso modo.”

conclusione del Prof. Origlia:
“Il gergo dei giovani è innocuo. Può essere forse un po' pericoloso sul piano intellettuale, se viene usato come unica lingua; ma altrimenti, va considerato nei giovani come elemento di estrosità, di immaginazione e di quel poco di esibizionismo che fa parte della natura umana.”

dalla rubrica radiofonica di Luciana Della Seta

pubblicità - LANEROSSI

mercoledì 8 febbraio 2012

AA.VV. - 20 SUCCESSI DEL SECOLO serie 13




Lato a)
  1. Tony Arden - Bombolo (marf-mascheroni)
  2. Piero Sipos - Verrà (olivieri-nisa)
  3. Giusy - Mamma (cherubini-bixio)
  4. Piero Sipos - Apache (rulli-cherubini)
  5. Duo Colorado - Reginella campagnola (di lazzaro-bruno)
  6. Lia - Grazie (olivieri-rastelli)
  7. Tony Arden - Torna piccina (bixio)
  8. Umberto Farrel - Ladra (mario)
  9. Lia - Carovaniere (redi-nisa)
  10. Umberto Farrel - Così pianse Pierrot (bixio)



Lato b)
  1. Duo Colorado - La paloma (yradier)
  2. Umberto Farrel - Abito da sera (filibello-falcomata)
  3. Giusy - La mia canzone al vento (bixio-cherubini)
  4. Duo Colorado - Voce di strada (bixio-cherubini)
  5. Piero Sipos - Balocchi e profumi (mario)
  6. Lia - Non dimenticar le mie parole (d'anzi-bracchi)
  7. Nino Ragno - Tango del mare (redi-nisa)
  8. Tony Arden - Volerti tanto bene (redi-nisa)
  9. Franco Ratti - Perfidia (dominguez-larici)
  10. Nino Ragno - Signora di 30 anni fa (leoni-natoli)




cover (tiger - A.S. 13)
look at commenti

tiger - A.S. 13
look at commenti

pubblicità - GEL (giradischi giapponese tascabile)

pubblicità - ITALIA NAVIGAZIONE

SERGIO MAURI - 20 SUCCESSI DEL SECOLO



Lato a)
  1. Signorinella (valente-bovio)
  2. Le rose rosse (mario)
  3. Miniera (bixio-cherubini)
  4. Amor di pastorello (nutile-bovio)
  5. Fontane (de tores-simeoni-padilla)
  6. Spazzacamino (rusconi-cherubini)
  7. Vivere (bixio)
  8. Firenze sogna (cesarini)
  9. E vanno (godini-natili)
  10. Torna (valente-vento)


Lato b)
  1. Serenata celeste (ruccione-fiorelli)
  2. Torna al tuo paesello (giuliano)
  3. Rondine al nido (de crescenzo-sica)
  4. Vipera (mario)
  5. Manuela (tusco-bonagura)
  6. Ciondolo d'oro (guglielmetti-cherubini)
  7. Piccola Butterfly (redi-bertini)
  8. Lucciole vagabonde (bixio-cherubini)
  9. Piccola santa (di lazzaro-mari)
  10. Il primo amore (buti)


cover (tiger - A.S. 12)
look at commenti

tiger - A.S. 12
look at commenti

pubblicità - SAIWA (biscotti vafer)

martedì 7 febbraio 2012

il lavoro - UNA CASACCA DI LANA (punto giglio)

Radiocorriere TV - 22-28 marzo 1964


Le nobili indossatrici minorenni



Un gruppo di ragazze dell'aristocrazia fiorentina tra i cui ascendenti si contano dogi e sultani, ha presentato, sfilando sulla passerella di Palazzo Pitti, la "collezione blu" dedicata alle giovanissime: particolarmente ammirati i modelli con la gonna lunga sino ai piedi, sogno di tutte le diciottenni che si preparano al loro primo ballo.

documentari fotografici
(Oggi - 13 febbraio 1964)

 

lunedì 6 febbraio 2012

DON COVAY - MERCY!




Un cantante non deve scrivere le sue canzoni solo per avere dischi di successo, ma quando riesce a scrivere canzoni come quelle che compone Don Covay aiuta sicuramente. Don stesso ha detto, "il canto è il mio primo amore, mi piace esprimere i miei pensieri nelle canzoni che scrivo e nel mio modo di cantare. Io sono sempre alla ricerca di esperienze che successivamente cerco di metterle  nelle mie composizioni e nel mio canto. Questo è il motivo per cui Mercy, Mercy è diventata così popolare. È alla portata di tutti, e tutti si riconoscono immediatamente nelle parole della canzone".



Lato a)
  1. Mercy, mercy (covay-ott)
  2. I'll be satisfied (covay-miller)
  3. Come on in (covay-ott)
  4. Can't stay away (covay-ott)
  5. Can't fight it baby (covay-ott)
  6. You're good for me (covay-ott)

Lato b)
  1. Take this hurt off me (covay-miller)
  2. Daddy loves baby (covay-miller)
  3. Come see about me (covay-sun)
  4. You must believe in me (mayfield)
  5. Please don't let me know (terry-smith)
  6. Just because (price-logan)




cover (ATLANTIC - 8104)
look at commenti

ATLANTIC - 8104
look at commenti

pubblicità - FERRERO (Mon Chéri)

Insomma questi onorevoli hanno proprio paghe da nababbi? (raffrontate i dati con il coefficente di rivalutazione a fianco)



È giusto che un deputato abbia la pensione dopo cinque anni?   Che abbia la tessera di libera circolazione sulla rete ferroviaria?    Che abbia lo stipendio che ha, mentre ha anche un'attività extra-parlamentare che gli rende molto di più?   E che adesso i parlamentari pensino ad aumentarsi ancora lo stipendio?

Carlo G., Torino
===============================================

Sono molte, moltissime, le lettere che giungono in questi giorni, per protestare in termini più o meno generici contro i guadagni dei parlamentari, ritenuti eccessivi e in contrasto con l'attuale politica detta dell'austerità   credo sia bene chiarire alcuni aspetti di questa sgradevole controversia fra elettori ed eletti.
Deputati e senatori, nell'Ottocento, non ricevevano compenso alcuno per svolgere il loro mandato, ritenuto di per sè onore altissimo e quindi tale da soddisfare pienamente chi ne era insignito.   Con l'avvento del suffragio universale, fu avanzata e approvata la proposta di concedere una indennità ai parlamentari, in modo da consentire anche l'elezione di persone meno abbienti.   Giolitti ebbe a dire allora: "Noi non diamo l'indennità per favorire il deputato, ma la diamo sotto un solo punto di vista: quello di mettere l'elettore in condizione di poter mandare al Parlamento chiunque abbia la sua fiducia, in modo che questi abbia i mezzi necessari per poter vivere a Roma".   Mi pare che su questa considerazione non si possano sollevare obiezioni.
L'art. 1 della legge del 9 agosto 1948, dice: "Ai membri del Parlamento è corrisposta una indennità mensile di L. 65.000, nonchè un rimborso spese per i giorni delle sedute parlamentari alle quali essi partecipano.   La misura di tale diaria sarà stabilita dagli uffici di presidenza delle rispettive Camere....".   A quanto ammonta, oggi, tale diaria?   A 435.000 lire il mese, dalle quali vanno dedotte 5.000 lire per ogni seduta alla quale il parlamentare non è presente.   L'assenza da una riunione di una commissione comporta invece una deduzione di 2.000 lire.
[...] un parlamentare molto diligente e assiduo a tutte le riunioni, che non debba contribuire alle spese del proprio partito, può arrivare a incassare circa 465.000 (le 35.000 mancanti sono versate al fondo di previdenza) il mese, con le quali deve provedere a mantenersi a Roma (se non è fra i pochi che abitano nella capitale), e ha da pensare a tutte le spese di posta, telegrafo e segreteria, inerenti al suo ufficio.   In genere, si può dire che un parlamentare porti a casa, nel senso letterale della parola, fra le 250 e le 300 mila lire.   Non è una cifra trascurabile; ma, oggigiorno (1964), il dirigente di un'impresa pubblica o privata guadagna di più.
Passiamo all'affare della pensione che desta tanto scandalo. [...]
L'art. 6 dice: "L'assegno vitalizio  è fissato nella misura di lire 50.000 mensili dopo cinque anni di contribuzioni, con l'aumento di diecimila mensili per ogni anno di contribuzione in più, fino a raggiungere il massimo di lire 200.000 mensili".
[...]

Ettore Della Giovanna
(rubrica di "vita sociale" - Oggi, 9 aprile 1964)

 

(I BEATLES ) Diventeranno di cera


I "Beatles" sono soddisfatti che i loro ritratti di cera figurino nel museo di Madame Tussaud: un onore che tocca soltanto ai personaggi popolarissimi.   I tecnici della famosa istituzione ora stanno riproducendo minuziosamente le fattezze, misurando  con speciali compassi la struttura dei loro volti.   I "Beatles", (sono) famosi, oltre che per le voci, (anche) per la lunghezza e l'acconciatura "quattrocentesca" dei loro capelli.    I rumorosi giovanotti guadagnano cifre favolose: il fisco quest'anno li ha tassati per ben quattrocentocinquantacinque milioni di lire.   Dopo la fortunata "tournée" in America, essi hanno in progetto una serie di spettacoli in Australia, dove sperano di ottenere un eguale successo.
(Oggi - 2 aprile 1964)


domenica 5 febbraio 2012

LOS INDIOS TABAJARAS - MARIA ELENA



I Tabajaras vivono nel territorio di Ceara, ricoperto da una giungla fittissima e semi-vergine nella regione nord-orientale del Brasile.   Sono una tribù che ha conservato intatti, nel corso dei secoli, gli usi e i costumi primitivi.   C'è ancora lo stregone, e l'uomo bianco ha tuttora le sembianze del diavolo.   Gli unici Tabajaras che hanno preferito veder chiaro nella faccenda del "bianco-diavolo", sono Musaperi e Herungy, due giovanotti robusti e intelligenti che un giorno trovarono abbandonata, ai margini di un sentiero, una innocente chitarra, proveniente dal mondo dell'uomo bianco.   Per settimane e settimane non fecero altro che pizzicarne le corde e una mattina scoprirono che avrebbero potuto anche vivere girando il mondo con quel magico strumento.   Abbandonarono la tribù e presero la strada di Rio de Janeiro.   Locande, osterie, piazze di villaggi isolati, finalmente arrivarono in un sobborgo di Rio dove un grande impresario teatrale, per puro caso, assistette ad una loro esibizione.   Sorpreso dall'originalità dei suoni e dalla dolcezza della voce di Musaperi ed Herungy, l'impresario li portò in un grande teatro della città e li buttò sul palcoscenico per controllare le reazioni del pubblico.   La sorpresa per il numero inedito e la bravurra dei due indios fecero di quella serata teatrale un trionfo. [...]
Oggi lo stile dei due ragazzi brasiliani ha lasciato i sentieri della giungla per trovare la strada dei juke-boxes.

M.P.
dalla 'cover' del disco




Lato a)
  1. L'arcobaleno (over the rainbow) (harburg-arlen)
  2. Maria la-o (lecuona)
  3. St. Louis blues (handy)
  4. Sunrise serenade (carle-lawrence)
  5. Amor, amor, amor (ruiz)
  6. Maria Elena (barcelata)



Lato b)
  1. Amapola (gamse-lacalle)
  2. Moonlight and shadows (hollander-robin)
  3. Polvere di stelle (stardust) (carmichael-parish)
  4. Please (robin-rainger)
  5. Marta (simons-wolfe gilbert)
  6. Tu sei sempre nel mio cuor (always in my heart) (lecuona)



cover (RCA VICTOR - LPM 10148)
look at commenti

RCA VICTOR - LPM 10148
look at commenti

pubblicità - ANTONETTO (digestivo)

locandina - DESERTO ROSSO (italia)



con: Monica Vitti, Richard Harris, Carlo Chionetti De Prà, Xenia Valderi, Rita Renoir, Aldo Grotti
Regia: Michelangelo Antonioni

genere: dramma psicologico
soggetto: Michelangelo Antonioni, Tonino Guerra
sceneggiatura: Michelangelo Antonioni, Tonino Guerra
fotografia: Carlo Di Palma
musiche: Giovanni Fusco
montaggio: Eraldo Da Roma
co-produzione: Duemila (roma), Francoriz (parigi)
distribuzione: Cineriz
valutazione del CCC: Sconsigliato (costituisce un obiettivo pericolo per ogni categoria di spettatori)

venerdì 3 febbraio 2012

THE EXCITING NEW LIVERPOOL SOUND - THE AUTHENTIC MERSEY BEAT




Liverpool, in Inghilterra, uno dei porti più importanti che il mondo conosce, ora è il centro di esportazione di un nuovo, entusiasmante sviluppo musicale che ha preso nella tempesta l'Inghilterra e ora gli Stati Uniti. Chiamato 'the Mersey Beat'  da una zona di Liverpool dove questa musica ha avuto origine, si diffonde dal suo  paese di origine in America. Una recente visita negli States del celebre gruppo di Liverpool 'The Beatles' ha aiutato, naturalmente, ad accrescerne l'entusiasmo. In questo disco sono presenti sette differenti gruppi che presentano alcune parti vitali di questo straordinario sviluppo musicale.
Quale è il "nuovo entusiasmante sound di Liverpool -  l'autentico Mersey Beat"? Durante il boom del rock-and-roll, migliaia di giovani in tutta l'Inghilterra  hanno partecipato a questa mania. Quando è finita, la maggior parte dei gruppi si sciolsero. A Liverpool, tuttavia, alcuni di questi hanno continuato, mantenendo le influenze del rhythm and blues, e la passione per  artisti come Ray Charles e Chuck Berry.    In questo disco  si può ascoltare il meglio dei gruppi leaders nel Mersey Beat.
[...]
I gruppi presentati in questo album hanno distinti 'Mersey Beat Sound', che ancora mantengono nella loro originale individualità. Uno  straordinario talento che ha permesso a tanti gruppi di Liverpool di esercitare l'influenza internazionale che hanno.

dalla 'cover' del disco


Lato a)
  1. Introduction to the Liverpool Sound
  2. Faron's Flamingos - Let's stomp (feldman-goldstein-gottehrer)
  3. Sonny Webb & the Cascades - You've got everything (bryant)
  4. Ian & the Zodiacs - Let's turkey trot (goffin-keller)
  5. Faron's Flamingos - Talkin' 'bout you (charles)
  6. The Del Renas - Sigh, cry, almost die (everly)
  7. Mark Peters & the Silhouettes - Someday (when I'm gone from you) (glasser-leslie)


Lato b)
  1. Rory Storm & the Hurricanes - I can tell (willis)
  2. Sonny Webb & the Cascades - Who shot Sam (edwards-jackson-jones)
  3. The Del Renas - When will I be loved (everly)
  4. Ian & the Zodiacs - It ain't necessarily so (gershwin)
  5. Sonny Webb & the Cascades - Border of the blues (williams-miller)
  6. Earl Preston & the T.T.'s - All around the world (blackwell-millet)



cover (COLUMBIA - CL 2172) usa
look at commenti

COLUMBIA - CL 2172
look at commenti

BEATLES 'round the world



Quattro "scarafaggi" mettono l'Inghilterra a soqquadro


Il quartetto che manda in visibilio le adolescenti inglesi ha lanciato un nuovo stile musicale, ma anche la moda delle scarpe a stivaletto, delle giacche senza risvolto e dei capelli da frate francescano



I "Beatles" hanno paura.   I quadrumviri della canzone inglese, gli idoli di quell'autentica follia che pervade attualmente le adolescenti britanniche, temono per la propria incolumità.   Dovunque si esibiscono, legioni di ragazzine urlanti mettono tutto a soqquadro.   I teatri, dopo un loro concerto, somigliano a campi di battaglia presi di mira dall'artiglieria nemica, a postazioni militari dopo un bombardamento a tappeto.   Sfuggire alle cacciatrici di autografi o di ricordini (quest'ultime ancora più pericolose delle prime: strappano bottoni, soprabiti, camicie, senza alcun riguardo per chi li indossa) diventa per i Beatles un serio problema.
Tempo fa, sono stati costretti a indossare uniformi da poliziotto e salire a bordo di un cellulare per allontanarsi sani e salvi da un teatro di Birmingham; ogni giorno bisogna inventare un'astuzia nuova e reclutare decine di poliziotti per contenere l'impeto di fanciulle che rompono i cordoni, si buttano all'assalto, svengono, si fanno calpestare, si feriscono nel tumulto: autentiche eroine della passione musicale, vere "kamikaze" del ritmo.
 [...]
"beatles" deriva da "beat", che significa ritmo; però si pronuncia allo stesso modo di "beetles" (bitols), che vuol dire scarafaggi. [...]
Sono nati tutti e quattro a Liverpool .[...] A Liverpool c'è una continua proliferazione di gruppi vocali e strumentali; in quella città, che è il secondo porto d'Inghilterra dopo Londra, si respira musica nell'aria, come a New Orleans o a Napoli.[...]
Qualcuno ha tentato di spiegare questo successo con analisi di natura musicale, sociale, psicologica, sessuale.   Per capire qialcosa di questo fenomeno, basta recarsi in uno dei teatri dove i Beatles si esibiscono: non si sente quasi nulla di quello che suonano e urlano perchè gli strilli della sala sono ancora più forti: provengono da una platea a bocca spalancata.   Adolescenti con mani nei capelli, sul volto, con espressioni rapite.[...]
La violenza sonora dei quattro "scarafaggi" scuote le ragazzine che urlano e si liberano di tutta una carica repressa, di tutte le loro inibizioni; i Beatles parlano un linguaggio in cui i giovani si identificano, perchè è il loro stesso linguaggio. [...]