mercoledì 21 dicembre 2011

RICHARD ANTHONY - A PRESENT, TU PEUX T'EN ALLER (ep)




Lato  a)
  • A present, tu peux t'en aller (I only want to be with you) (riviere-bourgeais-hawker-raymonde)
  • Rien que toi (You'll never walk alone) (annoux-rodgers)


Lato b)
  • Ecoute dans le vent (blowin' in the wind) (dorsey-dylan)
  • Elle a dit non (laddy lo) (aber-mann-appell)




cover (Columbia - ESRF 1498)france
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Columbia - ESRF 1498
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Una donna "TOPS"



Essere "Tops" significa, per gli americani, essere al di sopra dei luoghi comuni; fuori da ogni banalità; fuori dal gregge. E esserci, naturalmente, in modo naturale, disinvolto: con stile. La donna "Tops" vive in una casa confortevole e molto personale. È sempre pettinata e truccata con un tocco che la distingue, pur senza farla additare. È vestita con proprietà; ma in un modo suo, in un modo diverso. Mi chiedevo, infatti, il segreto di questo stile. Mi chievevo se la personalità di una donna potesse trovare nel mondo esterno i coefficienti di questo suo modo di essere: così particolare; ma così pulito, così affascinante, così sensibile. Finchè non mi è capitato di essere invitata per un certo periodo in casa di una donna "Tops"; un'italiana deliziosa, sui trent'anni, segretaria di una grande azienda, vissuta per lunghi periodi in Germania e in Francia. Spio i suoi movimenti e cerco il segreto della sua dolcissima sicurezza. Godo, rapita, il nitore della sua casa, tutta colore, tutta luce, tutta serenità. Mi stupisce, al tatto, lo spessore fluido del suo tappeto giallo oro, davanti al camino.
"Che cosa è?", chiedo. Nei suoi occhi passa una scintilla divertita. "Lana, cotone, seta? Che materiale è, così caldo e luminoso?"
"Dralon. Ho risolto ogni cosa, con il Dralon". E mi spiega di avere conosciuto questa fibra meravigliosa in Germania, durante un suo soggiorno, e di averla adottata immediatamente per la sua casa, ora che si vende anche in Italia. Tende in Dralon; e ricoperture per divani e poltrone; e tappeti; e certe tovagliette che dànno alla sua tavola uno stile inconfondibile. Poi ha scelto in Dralon anche i suoi completi di maglia.
Guardo a bocca aperta il suo golf impeccabile: "non è cachemire?"
"Il mio golf? È in preziosissimo Dralon. Ogni donna, specie se lavora e ha poco tempo a disposizione per sè, dovrebbe avere un suo segreto per essere a posto e sentirsi a suo agio in ogni momento della giornata. Il mio segreto è questo: venga." Mi fa vedere che lava il suo golf come un qualunque fazzoletto; lo preme tra le mani; lo mette ad asciugare disteso su di una salvietta di spugna. "Domattina è già pronto. Senza stirarlo, già in forma e non sciupato in alcun modo da queste continue lavature, potrò rimetterlo: non trova che il colore turchese mi stia particolarmente bene con questa collana di perle, nuova nuova?"
Ecco, è così. Ora tutto mi si mette a fuoco: lo stile di una donna "Tops" è fatto di sicurezza. Il Dralon, così bello, morbido, pratico; così adatto alla vita d'oggi e alla donna di oggi, è la sua sicurezza, il suo gioco di prestigio: che le permette, dalla sera alla mattina, di indossare lo stesso golf, il golf che sta bene con le sue perle nuove nuove, ma di indossarlo pulito, fresco, profumato di bucato.
E la capisco: specie ora che lavo le mie maglie in Dralon con la lavatrice e che me le rimetto ogni giorno più belle del giorno prima.



Marjorie County
      (inserzione)
Selezione dal Reader's Digest - settembre 1964

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domenica 18 dicembre 2011

BOBBY SOLO - BOBBY SOLO



[...] Bobby Solo possiede davvero una bella voce, oppure è soltanto il prodotto sintetico di geniali ritrovati elettronici?   L'uscita del microsolco della "Ricordi" intitolato semplicemente "Bobby Solo" e la sua comparsa alla TV dovrebbero mettere a tacere queste dicerie.   Bobby non ha un'ugola alla Caruso, per intenderci, come del resto gran parte dei suoi colleghi d'oggi; ma sa sfruttare bene le sue corde vocali al microfono.   Tutto qui: niente di piu' e niente di meno.   Il motivo del suo successo risiede nella qualità della sua voce, in quei toni bassi alternati ad acuti, un genere che, non nuovo oltre Oceano, fino ad ora non aveva trovato in Italia esecutori che sapessero imporsi.   Anzi, il successo di Bobby Solo è tanto piu' sorprendente in quanto il suo modo di cantare appartiene ad un filone della musica leggera che - a detta degli esperti -  non avrebbe mai e poi mai trovato un successo di cassetta qui da noi.   Questo lo si avverte particolarmente ascoltando i dodici pezzi che compongono il microsolco, cui hanno messo mano, in gran parte, Mogol e Sanjust.   Sono di un repertorio romanticheggiante ben lontano dal tipo di canzoni da "juke-box" che fino a qualche tempo fa comandavano il mercato.   E, fra le canzoni eseguite c'è ad esempio, la bellissima Blu è blu, dell'americano Bacharach, che è stato un successo dell'americano Bobby Vinton, una canzone passata completamente inosservata qui da noi.   Conclusioni?   Non se ne possono fare: l'imprevisto continua ad essere uno degli ingredienti essenziali del successo.

Hi.Fi.
("Radiocorriere TV" - 12-18 luglio1964)
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Ecco finalmente il primo "33" di Bobby.   Qui, amici, ascolterete un Bobby in piena forma e in tutte le canzoni del suo repertorio.   Ci ha detto che questo importantissimo disco l'ha voluto curare personalmente e scrupolosamente.   Ne è venuta fuori una riprova, se pur v'era bisogno, delle sue notevoli possibilità interpretative.   Morbide tonalità baritonali, tecnica da cantante consumato e sentimento da vendere.

Augusto Landresi
("Ciao Amici" - settembre 1964)
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"Il mio hobby è cantare", ha risposto Bobby ad una intervistatrice di uno dei più importanti settimanali italiani.   Spesso poi racconta agli amici: "È la sola cosa che io ami di fare, la sola cosa capace di darmi grande gioia.   Per riuscirvi bene - perchè solo così mi interessava - mi sono esercitato per anni, con pazienza, anzi con ostinazione, contro tutti, e certe volte, anche contro di me, perchè fare esercizi per tre e qualche volta anche per cinque ore al giorno è faticoso.   È vero, il mio modello è Elvis Presley.   Ma soltanto perchè lo considero il più bravo e il più completo cantante che io abbia mai ascoltato.   D'accordo, la sua voce è un dono, mi dicevo, ma la sua abilità, la sua tecnica deve averle in qualche modo acquistate.   Con l'esercizio.   Anche la mia estensione, pensavo.   Così ho fatto anch'io.   Praticamente ho fatto fare alla mia gola un bel pò di ginnastica.   Ma mi è servito per padroneggiare i miei mezzi, per arrivare ad usare la mia voce quasi come uno strumento.   In questo modo credo di essere riuscito ad esprimere ciò che sentivo, e quindi a darmi uno stile mio, personale".

Nel presentare Bobby Solo, io posso confermare che è veramente così: Bobby è un ragazzo svagato (lo credo, ha diciotto anni!) ma quando prepara le sue canzoni, il suo repertorio, la cosa che più colpisce è la serietà con cui lavora.   Evidentemente la gente deve aver capito tutto questo: lo apprezza per le sue eccezionali qualità vocali, ed ha sentito che quando canta è felice.   Francamente, mi pare anzi questo l'aspetto più interessante di tutta la faccenda.   Quando Bobby canta, quando gli altri "ragazzi che han la sua età" cantano, la loro spensieratezza, la loro gioia di vivere, riempiono l'aria intorno, entrano con dolcezza in chi li ascolta.   Cantare in queste loro maniere così "proprie", è un nuovo mezzo che i ragazzi hanno scoperto per parlare fra loro.   E col resto del mondo (il resto del mondo saremmo noi "grandi") anche, sempre che il resto del mondo ci sia.  Io, per conto mio, ci sto.
[..]

Enzo Micocci
dal 'back cover' del disco



Lato a)
  1. Una lacrima sul viso (lunero-mogol)
  2. Ora che sei già una donna (pattacini-mogol)
  3. Non ne posso più (pattacini-salvioni)
  4. Blu è blu (blue on blue) (bacharach-david-mogol)
  5. Valeria (lunero-lo vecchio)
  6. Non cercare scuse (sanjust-lepore)


Lato b)
  1. Credi a me (marchetti-sanjust)
  2. Le cose che non ho (marchetti-sanjust)
  3. Troppe volte (marchetti-lepore)
  4. Qualcosa resterà (marchetti-sanjust)
  5. Non chiedermi nulla (foley-satti)
  6. Ha, ha... ah (dinamo)



cover (RICORDI - MRL 6040)
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RICORDI - MRL 6040
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LA BORSA DEL DISCO (quotazioni della settimana 8-14 febbraio)



 (TUTTAMUSICA - Anno III * N. 7 * 15 febbraio 1964)

THE 'RAG-MOP' HAIRCUTS (stampa americana di lunedi 10 febbraio)



la prova è nel tirare e sono proprio veri, i capelli del batterista dei Beatles Ringo Starr non sono propaganda.





I Beatles portano le adolescenti in delirio

Sono un vero spettacolo quelle urla, gli adolescenti vittime della Beatlemania, stanno portando ai quattro ragazzi inglesi, con il taglio di capelli alla rag-mop (straccio per pavimenti a fili), un mucchio di soldi. I Beatles, che si dice abbiano già incassato 17 milioni dollari, ci portano a dovere accettare questa realtà con filosofia.
"Ecco un altro gruppo di urlatori," dicono con ironia al passaggio della loro limousine, circondata da poliziotti, arrivati domenica notte presso gli studi televisivi della Columbia Broadcasting System.
Centinaia di ragazze adolescenti assediarono il quartetto lì e presso l'Hotel Plaza di solito calmo. Ovunque le ragazze seguite dai ragazzi, cantano il 'theme' dei Beatles, "yeah, yeah, yeah", saltando, gemendo, urlando.




un Beatle ricorre alla protezione

Assediato dai fans, un membro del gruppo inglese dei Beatles, tenta con la protezione della polizia di entrare nel suo hotel di New York.
Una folla di diverse centinaia di fans urlanti ha accolto il gruppo presso l'hotel dopo che circa 5.000 di essi ha dato con grida, un tumultuoso saluto di benvenuto negli Stati Uniti al loro arrivo all'aeroporto Kennedy [...]

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I Beatles, gruppo di rock 'n' roll britannico dall'acconciatura a 'covone', arrivando qui hanno fatto esplodere in un uragano i loro teenager.
Venerdi all'aeroporto Kennedy, ce n'erano circa 3.000 in delirio, ad accogliere il quartetto, molti dei quali con cartelli e scritte cubitali che spingevano contro i blocchi della polizia .
Per la maggior parte erano ragazze e bambine.
"Li amo, li amo!" dice piangendo una di loro.
"Sono così carini!" ha detto un altra.
"Le loro canzoni mi fanno piangere ma mi liberano di tutte le frustrazioni", ha sospirato una ragazza di Broklyn.
[…]

Sono già in vendita le parrucche e le scarpe beatle, oltre a t-shirt, felpe, cuscini e sciarpe con le loro immagini. In Gran Bretagna, sono state vendute 20.000 parrucche 'rag-mop' (straccio per pavimenti a fili).

martedì 13 dicembre 2011

THE BEATLES - THE BEATLES' STORY (a narrative and musical biography of beatlemania)





Lato a)
  1. On stage with the Beatles
  2. How beatlemania began
  3. Beatlemania in action
  4. Man behind the Beatles - Brian Epstein
  5. John Lennon
  6. Who's a millionaire?

Lato b)
  1. Beatles will be Beatles
  2. Man behind the music - George Martin
  3. George Harrison

Lato c)
  1. A hard day's night - their first movie
  2. Paul McCartney
  3. Sneaky haircuts and more about Paul

Lato d)
  1. The Beatles look at life
  2. "Victims" of beatlemania
  3. Beatle medley
  4. Ringo Starr
  5. Liverpool and all the world!


cover (Capitol-Apple - STBO 2222) usa reissue
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Capitol-Apple - STBO 2222
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THE BEATLES - 9 febbraio 1964





Il 9 febbraio 1964, mi trovavo al collage, in California, ed ero un fanatico del rock’n’roll con una strisciante amnesia. Ricordavo Chuck Berry, ma non l’assolo di chitarra di Johnny B. Goode. L’eccitazione, la sensazione di essere catturati in qualcosa di molto più grande del semplice gusto personale, era scomparsa dal rock già da qualche anno. Si trovava ancora qualcosa di buono alla radio, l’estate prima c’era stata Heat Wave di un gruppo chiamato Martha and the Vandellas, Be True To Your School dei Beach Boys qualche mese dopo e anche On Broadway dei Drifters, ma nel 1963 tutto questo era stato spazzato via da Sugar Shack di Jimmy Gilmer, la canzone numero uno dell’anno e forse la peggior giustificazione per se stesso che il rock’n’roll avesse già prodotto. […]
Quel giorno sul giornale c’era un articolo su un gruppo rock britannico che avrebbe suonato all’ Ed Sullivan Show la sera stessa: "I Beatles" (e c’era anche una foto: quelle erano parrucche, vero?). Ero curioso, non sapevo che avessero il rock’n’roll anche in Inghilterra, perciò scesi nella sala comune dove c’era il televisore, aspettandomi di dover discutere con chiunque fosse già lì per quale canale guardare.
Quattrocento persone sedevano immobili a guardare i Beatles che suonavano I Want To Hold Your Hand, e appena la canzone finì la folla esplose. La gente aveva visto le facce (e i capelli) di John, Paul, George e Ringo e aveva detto "Sì" (e chi avrebbe potuto prevedere che qualche centimetro di capelli in più sarebbe diventato all’improvviso così necessario, così giusto? Brian Epstein?). Avevano ascoltato il sound dei Beatles e avevano detto "Sì" anche a quello. Che stava succedendo? E da dove venivano tutte quelle persone?
[…] La settimana seguente passò in un turbine indistinto. La gente cominciò a farsi crescere i capelli, […] qualcuno si mise a parlare con un accento inglese (o, se ci riuscivano, proprio di Liverpool). […]

Greil Marcus
"Read the Beatles" antologia di scritti dell'epoca (arcana, 2010)

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domenica 11 dicembre 2011

ROCKY ROBERTS ET LES AIREDALES - ROCKS ET SLOWS



[...] Questa stagione tornano con una formazione ancora più dinamica con il nome del cantante solista del gruppo: Rocker Roberts (Rocky per gli amici).
Gli Airedales suonano, cantano e ballano.   Questo pacchetto di dinamite è composto da:

Rocky Roberts (voce)
Eddie Taylor (tenor sax)
Hank Hooks (tenor sax)
Wess Johnson (basso)
Jesse King (organo)
Bill White (batteria)
Doug Fowlkes (manager - ex batterista)

dal 'back cover' del disco



Lato a)
  1. T. bird (anderson)
  2. Looking for a love (valentoes)
  3. I got money (borwn)
  4. My tears (don juan-mancha-thrasher)

Lato b)
  1. I'll take care of you (bland)
  2. Non ho l'età (yes yes my love) (carli-panzeri-nisa)
  3. Somebody mentionned your name (bell)



cover (Barclay - 92107) france
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Barclay - 92107
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Lasciamo leggere i fumetti ai ragazzi




Spesso le mie amiche mi chiedono agitate: " Voi permettete che i vostri bambini leggano i fumetti?"
[…] Certo che permetto ai (miei) bambini di leggere i fumetti! D’altra parte come potrei impedirlo? I fumetti sono nell’atmosfera del nostro tempo, come le astronavi. Quando il mio figliolo maggiore tornò a casa dopo il primo giorno di scuola, con il suo primo giornaletto che parlava di un vecchio papero chiamato Zio Paperone, era sotto l’influsso di qualcosa maggiore di noi. L’atmosfera bizzarra ed esilarante di Paperopoli è uno scenario e un insieme di personaggi, di cui sono partecipi quasi tutti i bambini. Proibire questo ai miei figli mi sarebbe parsa un’indebita intromissione nella loro cultura naturale.
[…] Quello che i ragazzi leggono sono le pubblicazioni dedicate ai piccoli animali, ai bambini e ad altri stravaganti personaggi i cui nomi sono diventati familiari in tutto il mondo. I personaggi di Walt Disney dominano il campo, ma ce ne sono altri come l’anatra Daffy, Porcellino, l’energetico Bunny, che hanno le stesse doti d’astuzia e di pronto ricupero. […]
La loro caratteristica principale anzi il loro compito principale, è d’esser abbattuti e pestati e di rialzarsi intatti.
Ci vorrebbe una tesi di laurea per documentare a dovere il loro mondo, ma forse è utile far notare che questo rappresenta per i bambini un grande sollievo dai libri di lettura della scuola. "Nel nostro libro di lettura" mi disse una volta il mio figliuolo maggiore con aria sprezzante "i bambini sono tutti vestiti a puntino e sono tutti a modo". […]
È curioso come nel mondo dei fumetti non ci siano, in pratica né padri né madri. Ogni personaggio è affidato a se stesso, è assolutamente indistruttibile, "duro", per necessità, intraprendente, consapevole dei tranelli di cui è pieno il mondo. Non ci sono tra loro palloni gonfiati. Per la sicurezza di sé, alcuni sembrano discendere direttamente da Tom Sawyer, tranne che sono moderni, come lo è il mondo dei nostri figli. Guidano veloci automobili sport, maneggiano denaro, partono per l’Africa o per lo spazio interplanetare, senza darsi pensiero dello spazzolino da denti. Eppure, nonostante la profusione delle loro avventure, sono disarmanti, perché sono chiaramente delle piccole creature che si aspettano il peggio, che fanno affidamento sulle proprie risorse per farvi fronte. Ed è raro che siano crudeli.
L’umorismo non è soltanto farsesco: è un continuo commento al nostro tempo. La scena pullula di spie internazionali, di elicotteri e di scienziati bizzarri. […]
Si pubblicano ogni anno migliaia di pagine di queste baggianate. Eppure i migliori di questi giornaletti dimostrano una fantasia sbrigliata, ma sempre calzante. […]
Questi giornaletti da pochi soldi fanno alcune cose che soltanto le opere letterarie riescono a fare. Offrono al lettore una schiera di amici indimenticabili. Paperino e Topolino, Bunny e Pippo e tutti gli altri hanno una loro identità: sono persone in carne ed ossa, vive e parlanti, fatte diverse l’una dall’altra. Portano il bambino in un mondo tutto ispirato al paesaggio naturale con montagne che riservano sorprese, rupi da cui si precipita, città in cui ferve la vita e pianure dove regna la solitudine. È un mondo molto più vasto e più vario che non quello ristretto e manierato che oggi figura in troppi libri per bambini. […]

Neal Gilkyson Stuart
Selezione dal Reader's Digest - settembre 1964

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lunedì 5 dicembre 2011

THE ASTRONAUTS - SURF




Lato a)
  1. Shortnin' bread (trad)
  2. Kuk (demmon-gallagher-patterson-lindsey-fifield)
  3. Money (bradford-gordy jr.)
  4. Banzai pipeline (mancini)
  5. Baby let's play house (gunter)
  6. If I had a hammer (hayes-seeger)

Lato b)
  1. What's I say (charles)
  2. Surf party (dunham-beverly)
  3. Dream lover (darin)
  4. Competition coupe (usher-christian)
  5. Pipeline (spickard-carman)
  6. Susie - Q (hawkins-lewis-broadwater)


cover (RCA VICTOR - LPM 10137)
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RCA VICTOR - LPM 10137
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Lo sport di cavalcare le onde



Il Surfing, che era un tempo lo sport dei re hawaiani, oggi attira migliaia d'appassionati sulle spiagge dove s'infrangono le onde dell'oceano

   Le onde dell’oceano sono formidabili, belle, seducenti e pericolose, e “cavalcarle” dà una strana sensazione. Mettetevi bocconi su un lungo e stretto zatterino di legno; remate con le braccia finché sarete nel punto giusto, alla giusta velocità e d’improvviso filerete sull’acqua a una velocità variante dai 30 ai 50 chilometri l’ora. Il surfer, cioè l’adepto di questo sport, si mette in piedi sullo zatterino bilanciandosi sulle gambe per mantenere l’equilibrio. Ora tocca i 65 chilometri orari e al tempo stesso scivola giù per la parete d’acqua. In breve, si muove contemporaneamente su tre dimensioni, mentre alle sue spalle la massa dell’onda lo insegue con il suo fragore primordiale.[…]
   L’onda marina è un fenomeno singolare. Non è altro che un’ondata d’energia che passa attraverso l’acqua, senza portare acqua con sé. In alto mare le onde arrivano talvolta ad altezze enormi (ma) non sono pericolose per una nave ben costruita, perché non si frangono.
   È quando arrivano ai bassifondi che diventano pericolose: qui, dopo un viaggio che può essere di qualche migliaio di miglia, l’energia s’esaurisce, subentra la forza di gravità. L’onda tocca la sua massima altezza, si frange, e tonnellate d’acqua precipitano giù.
   Ogni onda ha un suo modo di morire. Se è troppo grossa e se la riva scende in mare bruscamente l’onda si incurva formando un massiccio tunnel d’acqua che esplode in un gran turbine di spuma. Nessun surfer che abbia la testa a posto cercherà di cavalcare un’onda del genere.
   Ma se si frange dalla cima senza rompersi per tutta la sua lunghezza, la grossa onda fa la delizia del surfer. È allora che egli può valersi del suo zatterino di legno e della sua abilità. […]
Il Surfer, scelta la sua onda, si sdraia bocconi sullo zatterino, si guarda alle spalle e quando il frangente arriva, comincia a nuotare. Se ha calcolato bene la propria velocità e se ha stabilito esattamente quale sia il culmine dell’onda, il surfer “parte” di colpo. Si rizza in piedi. Ha davanti a sé il lungo declivio dell’onda e alle spalle il frangente che lo incalza. Sente due rumori: il sibilo dello zatterino che taglia l’acqua e il fragore dell’onda che si frange. Questa è l’essenza del surfing; l’equilibrio tra caos e padronanza di sé, ed è questo che agisce sui surfers come una droga.
   A questo punto il minimo errore può avere conseguenze disastrose. Se il surfer va troppo veloce, lo zatterino può schizzar via dall’onda. Per un istante spaventoso egli resta sospeso in aria prima di precipitare in acqua.
   Oppure il surfer può esser sorpreso dal frangersi d’un cavallone che rovescerà su di lui qualche tonnellata d’acqua. […]
   Sono molte le coste che hanno spiagge adatte a questo sport: nella sola California Meridionale se ne contano quasi 300. In qualsiasi week-end di bel tempo, nella California Meridionale, nel Sudest dell’Australia o nelle Hawaii, si possono vedere gli appassionati di questo sport, con i loro zatterini fissati sul tetto delle automobili, simili a smisurati sci, diretti a una spiaggia che abbia una buona risacca. Chi li segue e si ferma a osservarli capisce che questa del surfing non è una mania passeggera. Splendida gara tra l’uomo e la natura, è uno degli sport più emozionanti di tutti i tempi.
 

domenica 4 dicembre 2011

AA.VV. - I "GRANDI" FANNO IL SURF





Lato a)
  1. Nico Fidenco - Con te sulla spiaggia (mogol-fidenco)
  2. Jenny Luna - Chiodo scaccia chiodo (meccia)
  3. Jimmy Fontana - La scommessa (chisso-reverberi)
  4. La Cricca - Il surf della mattonella (rossi-ciacci)
  5. The Latins - Caffè poco caffè (crier plus fort) (migliacci-nalpas)
  6. Gianni Morandi - Se puoi uscire una domenica sola con me (guardabassi-zambrini)


Lato b)
  1. Edoardo Vianello - Tremarella (rossi-alicata-vianello)
  2. Rosy - Un tuffo al cuore (rossi-romitelli)
  3. Gastone Parigi - La mia mania (rossi-morricone)
  4. Gianni Morandi - Amico Piero (migliacci-de mutiis)
  5. I Flippers - La piroga (rossi-robifer)
  6. Rita Pavone - Datemi un martello (I had a hammer) (bardotti-hays-seeger)




cover (RCA ITALIANA - PML 10374)
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RCA ITALIANA - PML 10374
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... E UN PÒ PER NOSTALGIA (spettacolo musicale)




spettacolo musicale: dal 22 gennaio (programma nazionale)
-canzoni da cortile (22 gennaio)
-canzoni del tabarin (5 febbraio)
presenta: Milva
con: Nino Besozzi, Carlo Campanini
testi: Maurizio Corgnati, Giorgio Calabrese
orchestra: Gino Negri
scenografia: Maurizio Corgnati, Giorgio Calabrese
Regia: Maurizio Corgnati


   È tempo di revival, per la musica leggera.   Una per volta, rivestite a nuovo dalla bravura degli arrangiatori e dai mille trucchi delle sale d'incisione, ritornano nei juke-boxes e nella discoteca di famiglia le canzoni degli anni '20, '30, '40.
   Chi ha cominciato?   Difficile dirlo.   Forse Connie Francis con Chitarra romana, con La paloma, con il Tango della gelosia; o Elvis Presley con O sole mio e Torna a Surriento.   Da noi, c'è stata la carrellata televisiva di Renata Mauro ed Emilio Pericoli, in Studio Uno; c'è l'Henry Wright di Abatjour e di Voglio amarti così.   È di moda, questa specie di "archeologia" della canzone.   Non perchè manchino le idee per melodie e argomenti nuovi, anzi: la musica dei giovani c'è, e si fa sentire.
   Un pò per nostalgia, ecco: padri e zie in vena di ricordi - "eh, ai miei tempi..." - han creato il mito della belle èpoque, come di una stagione favolosa e spensierata, un tempo in cui ci si sapeva divertire, e si sapeva anche soffrire.
Di quel mito, i più giovani avvertono forse il fascino: e d'altro canto c'è in loro la curiosità per quei titoli, quei motivi così "diversi", che per loro finiscono per essere del tutto "nuovi".   È c'è un poco di divertita sufficienza nei confronti di quei padri, di quelle zie che si struggevano al ritmo del Tango delle capinere.   Insomma, ci son motivi validi perchè il fenomeno duri, anzi, si estenda, conquistando alla causa del revival i nomi che vanno per la maggiore. [...]

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