Domenica 2 febbraio si è svolto a Milano un convegno interprovinciale avente lo scopo di indicare gli strumenti più efficaci per condurre una lotta a fondo contro l'inquinamento dell'atmosfera in alcune grandi città, fenomeno simbolizzato da una parola sempre più ricorrente e nefasta: smog. Sono intervenuti i rappresentanti delle amministrazioni e i medici comunali di Milano, Torino, Genova, Venezia, Bologna e Savona, nonchè tecnici ed esperti del settore.
Una delle risultanze del convegno ha fatto risalire la maggiore responsabilità dell'inquinamento ai camini degli impianti di riscaldamento domestico: sono essi i primi produttori di anidride solforosa, per il fatto che si suole alimentarli con combustibili ad alto tenore di zolfo ed alta viscosità, che bruciando, liberano nell'atmosfera pulviscolo carbonioso e anidride solforosa, tanto dannosi agli occhi e ai polmoni.
Per quel che riguarda gli scarichi delle autovetture, si tratta di una responsabilità secondaria, ma destinata ad aumentare di pari passo con i progressi della motorizzazione. Nessuno degli esperti ha messo i motori a scoppio e quelli a ciclo Diesel - che muovono la quasi totalità dei veicoli oggi in circolazione - sullo stesso piano degli impianti di riscaldamento. Il motore a scoppio, si sa, produce ossido di carbonio, gas altamente velenoso. Ciascuno ne espelle una percentuale che di per sé non sarebbe nociva; ma se si moltiplica questa quantità per il numero delle vetture, ecco che il pericolo si profila in tutta la sua gravità. Senza contare che in presenza di un motore in non perfette condizioni, il fenomeno tende ad accentuarsi, soprattutto nel caso dei Diesel.
Altra causa di inquinamento gli additivi, che vengono miscelati alla benzina per accrescere il potere antidetonante. In genere sono composti del piombo. Dopo la combustione, anch'essi liberano dei gas molto nocivi. Da soli non rappresenterebbero una minaccia se non fossero destinati a mescolarsi ai prodotti tossici del riscaldamento e delle industrie dislocate a maggiore o minore distanza dal perimetro urbano, quando non sorgono addirittura in città.
Terza caratteristica negativa delle autovetture in rapporto allo smog e alle sue origini: lo scarico è posto di solito a brevissima distanza dal suolo. Pertanto le sostanze tossiche della combustione (siano i composti del piombo, sia l'ossido di carbonio) vengono immessi nell'atmosfera a un'altezza che di rado supera i 30 centimetri: restano a bassissima quota, estranei a turbamenti atmosferici che potrebbero disperderli, e quando salgono un pò, arrivano giusto ad essere respirati dai passanti.
Il convegno si è concluso con la nomina di quindici esperti che faranno parte della Commissione ministeriale anti-smog, i quali auspicano che vengano adottati combustibili meno pericolosi per il riscaldamento domestico e controlli più rigorosi dei motori a scoppio e Diesel. In particolare, l'assessore all'Igiene del Comune di Milano, dott. Beltramini, ha affermato che ben diciottomila veicoli milanesi sono stati censiti quali produttori di gas di scarico eccessivamente tossici.
(auto italiana - 13 febbraio 1964)
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