sabato 11 agosto 2012

FRANCOISE HARDY - "Ciao Amici" giugno


"A volte la vita sembra diventare acqua, meglio una goccia di sego vischiosa, sfatta, come un quadro di Dalì e ti senti sciogliere, non riesci più a sentirti, diventi inafferrabile anche a te stessa.   Allora è l'angoscia.  Ti senti finita.    Una sensazione orribile, atroce. È in quel momento che mi nasce dentro una canzone" 



Non è facile scoprire le ragioni del fascino di Francoise Hardy.   A essere brutali ha proprio tutte le qualità per non piacere: troppo alta, troppo ossuta, con il viso sottile dai larghi zigomi come tutti i normanni (è nata a Parigi, ma lo è il padre) e troppo pallida e troppo distaccata e un poco goffa nei movimenti.   Un ritratto disastroso disegnato da lei stessa, un giorno che in un'intervista le domandarono che cosa pensasse Francoise di Francoise.
Poi, piano piano, scopri l'immensa grandezza umida degli occhi, la grazia trecentesca del lungo collo sottile, la linea morbida e decisa delle stupende gambe.   E infine, al di là della bellezza che si vede, quella più segreta, tutta interna, che lei vorrebbe nessuno scoprisse mai, come se fosse soltanto patrimonio suo, da custodire gelosamente: la sua anima di ragazza immersa nella poesia come in un elemento naturale, che la porta a trasformare in versi ogni istante della vita, ogni suo pensiero, desiderio, ogni momento di amarezza o di gioia.
È la voce di Francoise a svelare questo segreto: una voce bella, grave, incantevole.   Per capire Francoise basta ascoltarla: non può essere "truccata" una voce come quella.   È per questo che lei non si preoccupa più di agitarsi sulla scena.   Ci fu un tempo in cui cercò di "twistare", ma non sarebbe stata mai Johnny Hallyday, lo capì subito.   In compenso non sarebbe stata più Francoise e questo i suoi innumerevoli amici non glielo avrebbero perdonato mai.
Perchè ormai il pubblico ama questa lunga e magra ragazza che sa cantare il lieve dolore che vive dentro ognuno di noi, quando restiamo soli e la malinconia ci fa un poco ripiegare su noi stessi, proprio come Francoise quando canta "Tous les garcons et les filles".    Allora il pubblico il suo pubblico giovane, l'applaude senza riserve, grato.   E vorrebbe che non cambiasse mai, che restasse sempre così, lontana eppure così vicina, così umana.
Lei non deve fare alcuno sforzo per accontentarli: lei è "così" naturalmente.   Naturalmente impenetrabile.    Naturalmente distaccata dalla sua carriera, di cui parla con indifferenza, a volte con una sfumatura divertita, come quando racconta che a lanciarla fu... il generale De Gaulle.
"Se fosse dipeso dagli scopritori di talenti oggi forse sarei l'estetista che ho sempre desiderato essere: i primi esperti ai quali mi ero rivolta per telefono per ottenere un'audizione mi avevano suggerito di continuare a studiare il tedesco e di togliermi ogni illusione". [...] 



 

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