"A volte la vita sembra diventare acqua, meglio una goccia di sego vischiosa, sfatta, come un quadro di Dalì e ti senti sciogliere, non riesci più a sentirti, diventi inafferrabile anche a te stessa. Allora è l'angoscia. Ti senti finita. Una sensazione orribile, atroce. È in quel momento che mi nasce dentro una canzone"
Non è facile scoprire le ragioni del fascino di Francoise
Hardy. A essere brutali ha proprio
tutte le qualità per non piacere: troppo alta, troppo ossuta, con il viso
sottile dai larghi zigomi come tutti i normanni (è nata a Parigi, ma lo è il
padre) e troppo pallida e troppo distaccata e un poco goffa nei movimenti. Un ritratto disastroso disegnato da lei
stessa, un giorno che in un'intervista le domandarono che cosa pensasse
Francoise di Francoise.
Poi, piano piano, scopri l'immensa grandezza umida degli
occhi, la grazia trecentesca del lungo collo sottile, la linea morbida e decisa
delle stupende gambe. E infine, al di
là della bellezza che si vede, quella più segreta, tutta interna, che lei
vorrebbe nessuno scoprisse mai, come se fosse soltanto patrimonio suo, da
custodire gelosamente: la sua anima di ragazza immersa nella poesia come in un
elemento naturale, che la porta a trasformare in versi ogni istante della vita,
ogni suo pensiero, desiderio, ogni momento di amarezza o di gioia.
È la voce di Francoise a svelare questo segreto: una voce
bella, grave, incantevole. Per capire
Francoise basta ascoltarla: non può essere "truccata" una voce come
quella. È per questo che lei non si
preoccupa più di agitarsi sulla scena. Ci
fu un tempo in cui cercò di "twistare", ma non sarebbe stata mai
Johnny Hallyday, lo capì subito. In
compenso non sarebbe stata più Francoise e questo i suoi innumerevoli amici non
glielo avrebbero perdonato mai.
Perchè ormai il pubblico ama questa lunga e magra ragazza
che sa cantare il lieve dolore che vive dentro ognuno di noi, quando restiamo
soli e la malinconia ci fa un poco ripiegare su noi stessi, proprio come
Francoise quando canta "Tous les garcons et les filles". Allora
il pubblico il suo pubblico giovane, l'applaude senza riserve, grato. E vorrebbe che non cambiasse mai, che
restasse sempre così, lontana eppure così vicina, così umana.
Lei non deve fare alcuno sforzo per accontentarli: lei è
"così" naturalmente. Naturalmente
impenetrabile. Naturalmente distaccata
dalla sua carriera, di cui parla con indifferenza, a volte con una sfumatura
divertita, come quando racconta che a lanciarla fu... il generale De Gaulle.
"Se fosse dipeso dagli scopritori di talenti oggi forse
sarei l'estetista che ho sempre desiderato essere: i primi esperti ai quali mi
ero rivolta per telefono per ottenere un'audizione mi avevano suggerito di
continuare a studiare il tedesco e di togliermi ogni illusione". [...]
Nessun commento:
Posta un commento