mercoledì 20 marzo 2013

E' scoppiato il "boom" del disco.

 
 
La confusione era indescrivibile.   Automobili, camioncini, motocarri, tricicli a furgone arrivavano da ogni parte sostando sui marciapiedi o addirittura in mezzo alla strada mentre i conducenti, scesi dai loro veicoli, facevano ressa urlando davanti al grande portone di un magazzino.   A un certo momento il traffico in tutta la zona fu completamente paralizzato.   Si rese allora necessario chiedere l'intervento dei vigili urbani perché riattivassero il qualche modo la circolazione e portassero un pò di ordine fra gli scalmanati convincendoli a mettersi in fila per entrare a turno nel grande portone.   Si formò così - all'alba di lunedi 10 febbraio a Milano, in via Salomone 77, davanti al magazzino della "Ricordi" - la prima lunghissima coda per comperare i dischetti di Bobby Solo. [...]
Da lunedi 10 febbraio a sabato scorso, per tutta la settimana, giorno e notte, un nutrito drappello di vigili urbani milanesi fu mobilitato in via Salomone per disciplinare l'afflusso dei grossisti e dei negozianti di musica che arrivavano da tutta Italia con la speranza di accaparrarsi il maggior numero di copie del nuovo disco di Bobby Solo. [...]
Il guaio stava nel fatto che di dischi non ce n'erano abbastanza per accontentare tutti.   Alla vigilia di Sanremo quelli della "Ricordi", prudenti, avevano contenuto entro le 30 mila copie la tiratura iniziale di  Una lacrima sul viso.   Viceversa, all'indomani del Festival, ci si accorse subito di aver sbagliato i calcoli.   In trentasei ore le scorte del disco, già distribuite nei negozi di tutta Italia venivano letteralmente bruciate.   Allora si provvide a una ristampa e furono immesse sul mercato altre 270 mila copie.   Tutto fu venduto, e nel frattempo la vendita continuava a salire vertiginosamente: sabato scorso aveva già toccato la fantastica cifra di 700 mila copie.[...]




Ormai, anche nel nostro Paese, le canzonette sono diventate un grosso affare commerciale, una merce di cui si può calcolare la produzione pianificata così come avviene per i cibi in scatola, le calze, le automobili utilitarie.   Ogni anno si pubblicano in Italia 28 milioni di dischi (di cui 25 di musica leggera) con un giro d'affari che raggiunge i 30 miliardi all'anno.   Ogni italiano, in media, spende annualmente per l'acquisto di dischi 600 lire: una somma che è superiore a quella destinata ai libri (400 lire) e alle partite di calcio (200 lire). [...]
Scorrendo le più recenti statistiche si apprende che dei 25 milioni di dischi di musica leggera venduti annualmente, almeno 15 milioni sono comperati da ragazzi.   Da quegli stessi ragazzi che fanno funzionare i 25 mila juke-boxes purtroppo sparsi in tutta Italia.
 
 
(EPOCA - 23 febbraio 1964)

 

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