Sono le vetture più "difficili" per il nostro mercato, dove il loro prezzo, alcuni aspetti della loro tecnica e la rapidissima svalutazione ne limitano le immatricolazioni annuali a circa 500 unità.
I motivi per i quali la macchina americana ha scarsa fortuna in Italia, sono molteplici e legati a fattori psicologici locali oltre che a quelli economici e di ordine pratico. Quattro anni fa, quando molti costruttori d'oltreoceano avevano lanciato le "compacts" per fronteggiare e respingere sul mercato interno la penetrazione delle vetture europee, si era pensato che questi nuovi modelli, effettivamente di dimensioni ragionevoli e di costi iniziale e di esercizio ridotti rispetto a quelli delle auto tradizionali, potessero suscitare anche in Europa, e in Italia in particolare, un certo interesse per la vettura americana, e si erano verificati i primi sintomi di questo fenomeno: ma gli indugi del mercato USA e le incertezze dei costruttori circa la via da seguire hanno causato un ritorno all'antico, e le "compacts" diventano di anno in anno più grandi e più potenti, al punto che i modelli '64, suddivisi in tre ordini di grandezza ("compatte", "intermedie", "normali") si differenziano fra loro per pochi centimetri di lunghezza e di larghezza nelle carrozzerie, mentre un'intera gamma di motori a 6 e a 8 cilindri può essere variamente montata su quasi tutte le serie in produzione. [...]
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