Il jazz rimane tuttora, per molte persone, una musica sulla quale gravano un'infinità di pregiudizi e di idee poco chiare: in realtà il criterio, che può apparire persino ovvio, di emettere un giudizio su una qualsiasi manifestazione artistica soltanto dopo averla studiata a fondo e conosciuta nei suoi più intimi particolari, non è certamente applicato come si dovrebbe, e meno che mai nel caso del jazz. Le ragioni di tale ingiustizia sono molteplici e quanto mai varie; inoltre, alle considerazioni d'ordine strettamente musicale, che sole dovrebbero guidare il nostro giudizio, si aggiungono i fattori più disparati, d'ordine sociale, razziale, educativo e persino morale. Ancora, quando anche uno di codesti pregiudizi si riveli, in tutto o in parte, giustificato, il più delle volte si evita di indagarne l'influenza sulla musica: in altre parole, sia il pubblico meno preparato che la critica non specializzata evitano sistematicamente di scindere, nell'opera di un musicista di jazz, il contenuto umano da quello musicale, con risultati ovviamente disastrosi ai fini della retta comprensione di uno dei fenomeni più importanti e sintomatici del nostro tempo. [...]
Un equivoco tra i più diffusi è quello che tende ad identificare nei musicisti di jazz altrettanti tossicomani, attuali o potenziali.
Tale pregiudizio è ancor più deplorevole in quanto viene dato come un fatto accertato (staremmo per dire scontato!), e le sue ripercussioni sulla musica vengono del tutto trascurate. [...]
"Senza dubbio molti sono stati i jazzmen che hanno infranto regole, disonorato sé stessi e gli altri, creato attorno a sé un'atmosfera di disordine nella migliore delle ipotesi e di dissipazione nella peggiore. Ma voler concludere, da questi casi isolati, che tutti i jazzmen sono il diavolo incarnato, significa travisare i fatti e venir meno a quel fondamentale senso di carità senza il quale gli esseri umani non possono convivere, neppure nei night club".
Ebbene, anche noi a questo punto ci chiediamo se ed in che misura la tossicomania sia una componente fondamentale del jazz, come lo swing ed il blues di dodici misure. Tuttavia ci porremo da un punto di vista diverso, anche se completamentare di quello di tutti gli esegeti del jazz. [...]
l'articolo è l'ampliamento di una comunicazione presentata da Roberto Laneri in collaborazione del Dott. Giuseppe Donadio, psichiatra e psicanalista, a un congresso tenutosi a Roma alla fine di novembre 1963 in occasione del cinquantenario dell'Ospedale psichiatrico S. Maria della Pietà e dedicato alla "psichiatria ed i problemi dello spirito nel clima socio-culturalke moderno"
Prezioso reperto. Grazie per averlo "recuperato" dall'oblio...!
RispondiElimina