MAX + ABBEY = PROTESTA
Scottati dall'esperienza fatta un paio di mesi prima con Coltrane, io e Maffei (Pino) (perchè siamo purtroppo noi gli "organizzatori" a cui il pubblico rivolse durante il primo tempo del concerto pomeridiano tanti sanguinosi insulti...) avevamo chiesto a George Wein, che pilotava il gruppo attraverso l'Europa, di partire prestissimo, in modo da arrivare a Milano poco dopo mezzogiorno. Quando però sulla città si stese quella coltre si smog di cui hanno parlato tutti i giornali, ci vennero i brividi, poi pensammo che, alla peggio, il gruppo sarebbe atterrato a Torino ( che è collegata a Milano da poco più di cento chilometri di una delle più belle autostrade d'Italia) e ci facemmo coraggio. Coraggio che ci passò a poco a poco quando venimmo a sapere che su quella strada si era adagiata una montagna di latte gasoso, per traforare la quale i nostri amici musicisti impiegarono qualcosa come quattro ore!
Afflittissimi, anche perchè a Torino avevano perduto una parte dei loro bagagli (il tom tom di Roach, gli abiti da scena africani, della Lincoln, e altre cose) i nostri scritturati si precipitarono in teatro, dove fu rimediato un tom tom a tempo di primato, ma dove l'inettitudine di un tecnico dei suoni, fatturatoci in ragione di circa mille lire al chilo, mise a dura prova i nervi e le orecchie di tutti (musicisti, pubblico... e "organizzatori cretini") per una mezz'ora buona, durante la quale i suoi quattro microfoni fecero follie.
"Questa volta vi siete rovinati per sempre la reputazione", sentenziarono, dopo quell'infelice primo tempo del concerto pomeridiano, i miei due figli, che un imprevedibile complesso edipico aveva spinto, uno dopo l'altro, fra le quinte; e questo vi può dare l'idea della quantità di fiele che deve deglutire un poveraccio che oggi si metta in testa di organizzare un concerto jazz. [...]
Arrigo Polillo
(musica Jazz - febbraio 1964)
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